VITERBO - E' rimasta chiusa per 2.600 anni. Ma quando gli archeologi dell'Università di Torino e della Soprintendenza per i Beni archeologici dell'Etruria meridionale l'hanno aperta, si sono trovati di fronte a qualcosa di eccezionale. Nella necropoli etrusca della Doganaccia a Tarquinia è stata rinvenuta una tomba del VI secolo avanti Cristo, intatta, con all'interno le ossa di un principe - forse c'è anche una seconda deposizione, gli scavi sono in corso - e vari oggetti, alcuni dei quali in oro. La particolarità della scoperta sta nell'unguentario ancora appeso a un chiodo. Cosa talmente rara da indurre la soprintendente Alfonsina Russo a battezzarla "Tomba dell'Aryballos sospeso". "La camera della tomba a tumulo - dice Alessandro Mandolesi, docente di Etruscologia e antichità italiche all'università di Torino, che ha seguito in prima persona gli scavi - è intatta. Si tratta di una famiglia di rango, poiché si trova al fianco del tumulo principale. Quando abbiamo rimosso il lastrone che la copriva abbiamo trovato una deposizione, ma forse ce n'è una seconda: ci stiamo ancora lavorando". All'interno, ceramiche etrusco-corinzie a impasto, oggetti di ornamento, fibule, suppellettili. "Ma la grande sorpresa è stata l'integrità del monumento". Quella attuale è la sesta campagna di scavi condotta insieme alla Soprintendenza dal 2008. "In seguito - continua Mandolesi - saranno effettuati lavori di valorizzazione grazie al progetto 'Via dei principi', promosso dalla Regione Lazio". La tomba potrebbe riservare altre sorprese. All'interno tutto lascia presupporre la presenza di altri resti umani. "Le deposizioni - spiega la soprintendente Russo - forse sono due, perché ci sono due banchine, una più larga l'altra più stretta. Probabilmente si tratta di una coppia, anche considerando gli oggetti: la punta di una lancia in ferro è maschile, le fibule, altri oggetti e un cofanetto sono invece femminili". Il tumulo è adiacente a quello della regina, "quindi è chiara la volontà di far risaltare il legame, anche se questo è più tardo. La cosa più eclatante però è l'aryballos, trovato ancora appeso a un chiodo dopo 2600 anni. Si tratta di qualcosa di rarissimo: in altre sono state rinvenute delle ghirlande. La chiameremo tomba dell'aryballos sospeso". Soddisfatto anche il sindaco di Tarquinia, Mauro Mazzola. "Ancora una volta una grande scoperta a Tarquinia - commenta - nella via dei principi alla Doganaccia. Siamo orgogliosi, continueremo a sostenere i lavori: per noi questo ritrovamento è fonte di sviluppo turistico, culturale ed economico".
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