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Papa Leone sgrida i sindaci: “Povertà, solitudini e azzardo stanno divorando le città”

In Vaticano l’affondo del Pontefice davanti all’Anci

ROBERT PREVOST -  PAPA LEONE XIV

ROBERT PREVOST - PAPA LEONE XIV

Le città come una trincea, dove ogni giorno si combattono emarginazione, violenza e solitudine. È il quadro tracciato da Papa Leone durante l’udienza in Vaticano con i sindaci dell’Anci, accompagnati dal presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi. Un incontro che ha messo al centro le fragilità sociali e il ruolo degli amministratori locali, chiamati – secondo il Pontefice – a incarnare la forma “più autentica” di ogni potere: il servizio.

«Le nostre città conoscono purtroppo forme di emarginazione, violenza e solitudine che chiedono di essere affrontate», ha esordito Leone, passando poi in rassegna le principali emergenze che i sindaci si trovano ad affrontare quotidianamente. In primo piano il gioco d’azzardo, definito senza mezzi termini una «piaga che rovina le famiglie» e un «grave problema educativo, di salute mentale e di fiducia sociale». Un fenomeno che il Papa conosce bene anche attraverso i rapporti delle Caritas diocesane, indicate come vere sentinelle del disagio sui territori.

Accanto all’azzardo, Leone ha richiamato l’attenzione sulle molteplici forme di esclusione sociale che attraversano le città italiane. «Non possiamo dimenticare le altre forme di solitudine di cui soffrono molte persone: disturbi psichici, depressioni, povertà culturale e spirituale, abbandono sociale», ha rimarcato il Pontefice, sottolineando come questi segnali indichino un bisogno diffuso di speranza. «Per testimoniarla efficacemente, la politica è chiamata a tessere relazioni autenticamente umane tra i cittadini promuovendo la pace sociale».

Rivolgendosi agli amministratori guidati dal presidente dell’Anci Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, Leone ha elencato anche altre sfide cruciali: «la crisi demografica e le fatiche delle famiglie e dei giovani, il grido silenzioso dei poveri, l'inquinamento dell'ambiente e i conflitti sociali». Realtà che, ha osservato, «non vi lasciano indifferenti», perché «le nostre città non sono luoghi anonimi, ma volti e storie da custodire come tesori preziosi». E ai primi cittadini ha voluto lasciare anche un incoraggiamento: «Si diventa sindaci giorno dopo giorno, crescendo come amministratori giusti e affidabili».

Come modello di riferimento, Papa Leone ha indicato il venerabile Giorgio La Pira, figura simbolo del cristianesimo sociale e tre volte sindaco di Firenze, richiamando una visione della politica fondata sulla responsabilità morale e sull’attenzione ai più deboli.

L’incontro è stato anche l’occasione per rilanciare messaggi politici e istituzionali. Gaetano Manfredi ha sottolineato la necessità di «più risorse per fronteggiare le emergenze socio-sanitarie», mentre dal fronte dell’Anci Emilia-Romagna il presidente e sindaco di Imola Marco Panieri e la direttrice Denise Ricciardi hanno commentato: «Le parole di Papa Leone XIV ci richiamano con forza al cuore del nostro ruolo: amministrare significa prima di tutto ascolto, umiltà e servizio».

La sindaca di Genova, Silvia Salis, ha dichiarato: «Accolgo con grande impegno l'invito che ci ha fatto il Papa a diventare maestri di dedizione al bene comune», mentre per Vito Leccese, sindaco di Bari, «amministrare, nel suo senso più autentico, significa prendersi cura della propria comunità con cuore e testa».

Silvia Salis - Sindaca di Genova

Non sono mancati gesti simbolici. Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ha consegnato a Prevost «la Turrita d'Oro simbolo della cultura della solidarietà e dell'impegno per la Pace che animano Bologna». La sindaca di Andria, Giovanna Bruno, ha invece colto l’occasione per invitare il Papa a tornare nella sua città, dove Leone era già stato da cardinale il 10 marzo 2024 per una visita al santuario della Madonna dei Miracoli: «Sarebbe meraviglioso riaverlo di nuovo tra noi».

Un’udienza che ha assunto il valore di un richiamo netto: le città non sono solo bilanci e opere pubbliche, ma luoghi di fragilità profonde, che chiedono risposte politiche fondate su ascolto, cura e responsabilità.

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