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Salute mentale, svolta dopo dodici anni: nasce lo psicologo di base e il Piano cambia rotta

Via libera Stato-Regioni al nuovo Pansm 2025-2030, Schillaci parla di cambio di passo ma ora servono risorse

Via al nuovo Piano di salute mentale, interventi mirati e psicologo di base

Via al nuovo Piano di salute mentale, interventi mirati e psicologo di base

Dopo dodici anni di attesa, la salute mentale torna ufficialmente al centro dell’agenda istituzionale. La Conferenza Unificata Stato-Regioni ha approvato il nuovo Piano di azione nazionale per la Salute mentale (Pansm) 2025-2030, un documento strategico che introduce interventi mirati lungo tutto l’arco della vita, rafforza i servizi territoriali e istituisce la figura dello psicologo di base nelle Case di Comunità. Un passaggio che segna una discontinuità rispetto al passato e che punta anche su educazione, prevenzione e contrasto allo stigma.

Il nuovo Piano prevede interventi dalla fase perinatale fino all’età adulta, un maggiore collegamento tra servizi sanitari, sociali e territoriali, campagne di educazione alla salute psicologica e una più stretta integrazione con il sistema giudiziario e gli istituti penitenziari. Centrale è il ruolo del Dipartimento integrato e inclusivo, chiamato a coordinare percorsi diagnostico-terapeutici più appropriati e accessibili, con attenzione a equità, inclusione, sicurezza e innovazione. Tra le priorità indicate figura anche la sicurezza degli operatori, con formazione specifica e strategie di prevenzione degli episodi di aggressività.

Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha definito l’intesa raggiunta un punto di svolta. «L’Intesa raggiunta è una buona notizia per i cittadini e per il servizio sanitario nazionale. Dopo oltre 10 anni abbiamo aggiornato un documento strategico che, grazie alle risorse stanziate nella finanziaria 2026, segnerà concretamente un cambio di passo», ha affermato. Secondo il ministero, il Piano «promuove interventi appropriati ed efficaci a favore della salute mentale, da quella perinatale fino all'età adulta, che dovranno essere messi in atto dalle Regioni favorendo accessibilità, equità, inclusione, sicurezza, innovatività, comunicazione anti stigma ed educazione alla salute e al benessere psicologico».

ORAZIO SCHILLACI - MINISTRO DELLA SALUTE

Soddisfazione arriva anche dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (Cnop), che parla di un provvedimento atteso da anni. «Si tratta di un provvedimento atteso da anni che introduce novità rilevanti per la professione e, soprattutto, per i cittadini. Dopo dodici anni, la salute mentale torna finalmente al centro della discussione politica e delle azioni di governo», sottolinea l’Ordine. Tra i punti qualificanti viene ridefinita con maggiore chiarezza la funzione dello psicologo nei consultori, intesa come intervento clinico e di osservazione e non più prevalentemente peritale, e viene riconosciuta la Psicologia di Assistenza Primaria come servizio di prossimità nei Distretti sanitari e nelle Case della Comunità.

La presidente del Cnop, Maria Antonietta Gulino, evidenzia il valore culturale della scelta. «È una scelta attesa e necessaria che riconosce il valore della psicologia nella prevenzione e nella presa in carico precoce del disagio. L'inserimento stabile della psicologia nell'assistenza primaria rappresenta un passaggio di civiltà, perché avvicina i cittadini ai servizi e rafforza l'integrazione tra i professionisti della salute». All’entusiasmo, però, si accompagna una richiesta chiara: «È essenziale che il Piano sia accompagnato da risorse adeguate e continuative, indispensabili per garantirne un'attuazione concreta ed efficace su tutto il territorio nazionale».

Sul fronte dei finanziamenti, il Ministero della Salute indica cifre precise. La legge di bilancio 2026 stanzia 80 milioni di euro per il 2026, 85 milioni per il 2027, 90 milioni per il 2028 e 30 milioni di euro annui a decorrere dal 2029 per l’attuazione delle azioni di prevenzione, diagnosi, cura e assistenza previste dal Piano. A questi si aggiungono 30 milioni di euro annui destinati all’assunzione di personale sanitario e sociosanitario, con l’obiettivo di garantire una presenza più capillare sul territorio e un sostegno concreto ai servizi di salute mentale.

Il via libera al Pansm segna dunque un cambio di passo annunciato, ma la sua reale efficacia dipenderà ora dalla capacità di tradurre il documento in servizi, personale e risposte concrete per cittadini e famiglie.

 

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