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29 Dicembre 2025 - 18:45
Stessi reparti, stessi turni, stipendi diversi: la frattura silenziosa del Ssn
Nel Servizio sanitario nazionale esistono differenze retributive tra Nord e Sud, ma restano contenute entro un margine di 4.000–5.000 euro annui grazie alla struttura del contratto nazionale. È il quadro che emerge dal Rapporto semestrale sulle retribuzioni dei pubblici dipendenti (n. 1/2025) pubblicato dall’Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, che fotografa stipendi, scarti territoriali e dinamiche di crescita nel pubblico impiego.
Secondo il rapporto, a parità di ruolo le differenze nelle buste paga del personale sanitario non risultano particolarmente elevate lungo l’asse Nord-Sud. Un dato che l’Aran attribuisce proprio al sistema contrattuale nazionale, pensato per garantire una base uniforme di trattamento economico nonostante le diverse realtà territoriali.
Lo studio, previsto dal decreto legislativo 165/2001, introduce quest’anno un’analisi considerata innovativa perché non si limita a osservare l’andamento delle retribuzioni nel tempo, ma propone anche un confronto puntuale dei livelli salariali effettivi e delle differenze territoriali nel comparto Sanità, con un focus specifico sul personale non dirigente.

I numeri indicati nel rapporto delineano una fotografia precisa delle retribuzioni medie annue. Gli infermieri percepiscono in media nazionale circa 36.000 euro, gli assistenti amministrativi si attestano intorno ai 29.500 euro, mentre gli operatori sociosanitari raggiungono i 28.100 euro. Gli scarti tra le retribuzioni più basse e quelle più alte restano contenuti entro i 4.000–5.000 euro annui, confermando che la regolazione salariale è ancora in larga parte affidata al contratto collettivo nazionale.
Il rapporto sottolinea inoltre come l’assenza di forti spaccature regionali favorisca dinamiche di avvicinamento tra territori confinanti. «L'assenza di marcate fratture regionali lascia spazio piuttosto a modelli di contiguità territoriale», evidenzia l’Aran, spiegando che aziende sanitarie geograficamente vicine tendono ad allineare spontaneamente i trattamenti economici. Allo stesso tempo emergono differenze negli stili gestionali, con alcune aziende che adottano politiche retributive diverse rispetto alla maggioranza, pur restando all’interno del perimetro contrattuale.
Nel quadro generale, l’Aran rileva anche una crescita degli stipendi pubblici, trainata dai recenti rinnovi contrattuali e dall’introduzione della nuova Indennità di vacanza contrattuale 2025-2027. La seconda parte del documento analizza infatti l’andamento complessivo delle retribuzioni contrattuali sia nel pubblico impiego sia nel settore privato fino al terzo trimestre 2025.
La crescita tendenziale delle retribuzioni nell’intera economia, pur in rallentamento rispetto ai trimestri precedenti, resta superiore all’inflazione. Nel settore pubblico, in particolare, l’aumento degli stipendi è stato sostenuto in modo significativo dagli ultimi rinnovi contrattuali e dalla nuova indennità di vacanza contrattuale, che contribuisce a rafforzare il potere d’acquisto dei lavoratori della sanità e più in generale della pubblica amministrazione.
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