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26 Dicembre 2025 - 16:42
Salario minimo a 9 euro negli appalti pubblici: il M5S porta la proposta in Regione
Il lavoro torna al centro del dibattito politico piemontese. Il Movimento 5 Stelle rilancia una delle sue battaglie storiche e lo fa con un atto concreto: una proposta di legge regionale che introduce il salario minimo di 9 euro l’ora per i lavoratori impiegati negli appalti pubblici di competenza della Regione Piemonte.
Nei giorni scorsi, a Palazzo Lascaris, è stata infatti depositata una proposta di legge a prima firma di Pasquale Coluccio, che punta a garantire una retribuzione dignitosa a migliaia di lavoratrici e lavoratori che operano nei servizi, nei lavori e nelle forniture affidate dagli enti regionali. Una misura che, come sottolineano i pentastellati, non nasce dal nulla: il modello è quello già adottato dalla Regione Puglia e recentemente avallato anche dalla Corte Costituzionale, che ha respinto i ricorsi del Governo nazionale confermando la piena legittimità di una normativa regionale sul salario minimo negli appalti pubblici.
La proposta riguarda in modo diretto la Regione Piemonte, le aziende sanitarie e ospedaliere, le agenzie regionali e tutti gli enti strumentali. In concreto, questi soggetti dovranno indicare chiaramente nei bandi di gara che al personale impiegato venga applicato il contratto collettivo nazionale più attinente all’attività svolta, sottoscritto dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative. Un principio che tutela la correttezza contrattuale e che lascia comunque spazio a trattamenti economici migliorativi. Un punto però è inderogabile: la retribuzione minima tabellare non potrà essere inferiore a 9 euro l’ora.

Un passaggio che, nelle intenzioni del Movimento, serve anche a contrastare il dumping salariale e l’uso distorto degli appalti pubblici, dove troppo spesso la compressione dei costi si traduce in stipendi bassi e condizioni di lavoro precarie.
«Il lavoro è al primo posto della nostra agenda politica», rivendicano Pasquale Coluccio, Sarah Disabato e Alberto Unia, ricordando come il Movimento 5 Stelle si batta per l’introduzione del salario minimo in Italia da oltre dieci anni. «Questa proposta di legge, che garantisce un salario dignitoso a tanti lavoratori e lavoratrici piemontesi, rappresenta un primo passo concreto in questa direzione».
Parole che chiamano in causa direttamente l’articolo 1 della Costituzione. «È impensabile ed ingiusto, in una Repubblica fondata sul lavoro, che chi lavora faccia fatica ad arrivare alla fine del mese», sottolineano gli esponenti M5S. Un messaggio chiaro, che ora attende di essere discusso in Consiglio regionale, dove si misurerà la reale volontà della politica piemontese di mettere davvero il lavoro — e la dignità di chi lavora — al centro delle scelte pubbliche.
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