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Dopo 34 anni di attese, rinvii e polemiche apre l’Asti-Cuneo: l’autostrada infinita diventa finalmente realtà

Novanta chilometri, cantieri eterni e milioni bruciati: il Piemonte inaugura l’opera simbolo dei ritardi italiani

Apre l'autostrada Asti-Cuneo, in costruzione da 34 anni

Apre l'autostrada Asti-Cuneo, in costruzione da 34 anni

Ci sono voluti 34 anni per vedere completata un’autostrada lunga 90 chilometri, diventata negli anni il simbolo di un’infrastruttura incompiuta. Con l’inaugurazione del tratto tra Alba Ovest e Cherasco, costato 220 milioni di euro, apre ufficialmente l’autostrada Asti-Cuneo, opera del gruppo Gavio considerata strategica per il Piemonte. I lavori saranno definitivamente completati entro il 30 aprile, ma già dal 30 dicembre sarà possibile percorrere l’intero tracciato senza mai uscire dall’autostrada. Fino alla chiusura dei cantieri, il tratto appena inaugurato resterà gratuito.

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Alla cerimonia non è mancato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, che ha definito l’apertura una svolta storica. «È una giornata storica» ha commentato il governatore, ricordando come il suo impegno politico sia iniziato proprio nel 1994 partecipando a una manifestazione per chiedere la realizzazione dell’Asti-Cuneo. «Nel 2019, quando sono diventato presidente, mancavano autorizzazioni, risorse e un progetto realizzabile per gli ultimi due lotti. Oggi, sei anni dopo, siamo qui e l'autostrada è finalmente aperta: è stato un lavoro lungo e difficile. Abbiamo lavorato tutti insieme per raggiungere questo obiettivo che sana una ferita e dota questo territorio di un'infrastruttura che aspettiamo da decenni e che i nostri cittadini e le nostre imprese meritano».

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Un’opera che, secondo il governo, ha un peso economico e strategico rilevante. Il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi ha sottolineato come il completamento dell’autostrada rappresenti la chiusura di una lunga ferita infrastrutturale. «Il completamento dell'Asti-Cuneo chiude una ferita infrastrutturale durata oltre 30 anni e restituisce continuità a un territorio produttivo strategico. In termini economici significa collegare stabilmente il sistema cuneese ai porti liguri e ai corridoi europei, con effetti diretti su competitività, logistica, turismo e occupazione».

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Una vera boccata d’ossigeno per le imprese del territorio, tra cui spicca Ferrero con il suo vasto indotto, da anni penalizzate dalla carenza di collegamenti adeguati. Secondo Confindustria Cuneo, considerando insieme gli aspetti economici e ambientali, il danno complessivo causato dal ritardo nella realizzazione dell’Asti-Cuneo potrebbe superare i 325 milioni di euro.

Non tutti, però, condividono l’entusiasmo istituzionale. Il Partito Democratico contesta la narrazione trionfalistica della Regione e del governo. La deputata e vicepresidente del Pd Chiara Gribaudo ha commentato: «Non è un giorno di festa: è il giorno in cui si chiude un ritardo enorme, che per troppo tempo ha penalizzato cittadini, imprese e territori».

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Dal punto di vista tecnico, l’autostrada Asti-Cuneo è articolata in due tronchi principali, entrambi interconnessi con l’autostrada A6 Torino-Savona, e consente il collegamento con l’A21 Torino-Piacenza-Brescia, completando un nodo viario ritenuto cruciale per il Nord-Ovest. Sull’ultimo lotto è intervenuto l’amministratore delegato di Asti-Cuneo Bernardo Magrì, che ha rivendicato la rapidità dei lavori finali. «Abbiamo realizzato l'ultimo lotto in soli 15 mesi, dimezzando i tempi contrattuali previsti grazie a una sinergia operativa senza precedenti. Questo traguardo rappresenta l'espressione più concreta di un modello virtuoso di collaborazione tra Pubblico e Privato».

Dopo oltre tre decenni di ritardi, promesse e polemiche, l’Asti-Cuneo entra finalmente in funzione. Resta il peso di una storia lunga e controversa, che continua a dividere politica e territori anche nel giorno dell’inaugurazione.

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