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Daisy Osakue incanta con Alberto Angela, da Tokyo a Torino: una storia di sport, identità e orgoglio

La discobola torinese protagonista a “Stanotte a Torino”, tra emozione, memoria e amore per la città

Daisy Osakue, la notte torinese che parla al Paese: sport, identità e una promessa di bagna cauda

Daisy Osakue, la notte torinese che parla al Paese: sport, identità e una promessa di bagna cauda

Un incontro casuale dall’altra parte del mondo si è trasformato in uno dei momenti più intensi della televisione italiana recente. Daisy Osakue, discobola torinese di Moncalieri, primatista italiana e finalista olimpica, è stata tra le protagoniste di “Stanotte a Torino”, la serata-evento ideata e condotta da Alberto Angela su Rai1, dedicata alla città che fu di Piero Angela e capace di conquistare un grande successo di pubblico.

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A raccontare la propria emozione è stata la stessa Daisy Osakue, che ha affidato ai social parole cariche di entusiasmo e gratitudine. «Un incontro inaspettato nel caos del mercato del pesce di Tokyo si è trasformato in una delle esperienze più belle della mia vita», ha scritto l’atleta, ricordando l’origine di un legame nato lontano dall’Italia. E ancora: «Grazie mille Alberto Angela per aver condiviso un pizzico della tua magia con noi. Cresciuta vedendoti in tv, non avrei mai e poi mai immaginato di esser intervistata da te. Wow la vita è davvero incredibile!», ringraziandolo «per l’opportunità di raccontarvi il mio amore per Torino».

L’incontro televisivo tra Alberto Angela e Daisy Osakue è avvenuto sotto i portici di Piazza San Carlo, uno dei luoghi simbolo del capoluogo piemontese. Il divulgatore ha presentato l’atleta ricordando il suo valore sportivo e umano: «Lei è Daisy Osakue, è una delle atlete più forti e amate d'Italia, specializzate nel lancio del disco». Da lì, il racconto è tornato indietro nel tempo, fino al loro primo incontro, del tutto casuale, in un mercato del pesce a Tokyo, in Giappone. «Tu avevi gareggiato, noi stavamo realizzando delle riprese. A un certo punto in questo mercato io sento parlare italiano, anzi, torinese», ha ricordato Alberto Angela.

Nel dialogo è emersa con naturalezza l’identità profonda di Daisy Osakue, italiana con genitori nigeriani e torinese per scelta e appartenenza. «Daisy è italiana, con genitori nigeriani, ma è torinese doc. Quindi ti parla della bagna cauda», ha scherzato Alberto Angela. «Assolutamente, io parlo di tutto ciò che è Torino», ha risposto sorridendo l’atleta, confermando quel legame che l’ha resa una delle figure sportive più rappresentative della città.

Nel corso dell’intervista, Daisy Osakue, che parla sei lingue, ha riflettuto anche sul valore dello sport come strumento di conoscenza e inclusione. «Credo che il pregiudizio, quando si parla di determinati temi come il razzismo siano la conseguenza di paura, ignoranza e poca voglia di scoprire quello che c'è la fuori. Tahar Ben Jelloun nel suo libro “Il razzismo spiegato a mia figlia” diceva che era la paura del diverso. Io credo che più cerchiamo di imparare quello che non ci appartiene e meno stereotipi e meno problemi ci saranno», ha spiegato, sottolineando come in nazionale conti solo l’Inno di Mameli.

Il racconto si è chiuso su una dimensione personale e profondamente emotiva. «Per me è un onore poter influenzare i ragazzi là fuori perché la cosa che voglio fare è aiutare mio fratello e mia sorella prima di tutto. Poi se posso influenzare anche tutti gli altri bambini e le bambine e i ragazzi e le ragazze là fuori continuerò a fare quello che devo fare», ha detto la discobola torinese. E infine: «Quando sono in pedana ho la fortuna di poter rappresentare tutte le persone che per me sono importanti. Quando sono lì sotto i riflettori e devo lanciare il disco è un inno ai sacrifici che i miei genitori hanno fatto per arrivare ad avere questa opportunità e arrivare in un posto totalmente nuovo come è Torino, patria secondo me delle opportunità e regalare a me e ai loro figli un futuro migliore».

Un racconto che ha unito sport, cultura e identità, chiuso con un sorriso condiviso e la promessa, tutta torinese, di una bagna cauda insieme.

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