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22 Dicembre 2025 - 22:34
Vanessa Vidano
Questa sera, in Consiglio comunale a Ivrea, si è parlato de La Sentinella del Canavese. Della sua possibile vendita. Del gruppo Gedi. E, più in generale, del mondo dell’informazione locale, del suo ruolo e del suo futuro. Un dibattito atteso, arrivato dopo settimane di voci, indiscrezioni e preoccupazioni, che ha trovato finalmente uno spazio istituzionale e pubblico.
Tra i numerosi interventi, quello del sindaco Matteo Chiantore ha rappresentato senza dubbio il passaggio politicamente più rilevante. Il primo cittadino ha infatti confermato di aver contattato direttamente Vito Ladisa, l’imprenditore pugliese specializzato in "servizi di ristorazione" che, per quanto oggi è dato sapere, sarebbe l’acquirente della storica testata canavesana. Una dichiarazione che sposta la discussione dal terreno delle ipotesi a quello dei fatti.
Chiantore ha spiegato di essersi mosso dopo aver raccolto informazioni sull’esperienza editoriale di Ladisa nel Sud Italia, soffermandosi in particolare sul progetto de L’Edicola del Sud, un giornale regionale abbinato ad alcuni quotidiani nazionali.
«Ho pensato di mettermi in contatto con loro – ha raccontato in aula – e ho fissato un appuntamento online. Ci hanno confermato la sussistenza di queste trattative, che sono riservate...».
Il sindaco ha poi rivendicato con forza il valore de La Sentinella come presidio di informazione e di comunità, sottolineando come la sua eventuale perdita o trasformazione in "altro" rappresenterebbe «un colpo duro per il territorio». Non solo per chi vi lavora, ma per l’intero Canavese, che da decenni si riconosce in una testata capace di raccontarne la vita quotidiana, le contraddizioni, le trasformazioni.
Da qui le richieste avanzate nel confronto diretto con Ladisa: mantenimento dei livelli occupazionali, continuità della sede a Ivrea e tutela della dimensione locale del giornale, pur nella consapevolezza delle difficoltà economiche che oggi gravano soprattutto sull’edizione cartacea. «Noi abbiamo bisogno de La Sentinella del Canavese – ha concluso Chiantore – è un’operazione che può essere vincente, ma va seguita».
Al di là dell’intervento del sindaco, il dibattito si è sviluppato su toni insolitamente unitari, segnale di quanto il tema venga percepito come trasversale rispetto agli schieramenti. Vanessa Vidano, intervenendo a nome della maggioranza, ha ringraziato apertamente anche le opposizioni per aver sottoscritto la mozione che la vedeva prima firmataria.
«Quando si parla di territorio, lavoro e patrimonio comune si riesce ad andare oltre le divisioni politiche», ha sottolineato, ricordando come Ivrea sia stata per decenni un unicum, una città non capoluogo di provincia capace di mantenere una propria testata locale con una redazione autonoma.

Andrea Cantoni
Il rischio evocato è quello della desertificazione informativa: perdere la redazione significherebbe perdere un pezzo di identità collettiva, un luogo di racconto e di confronto, un osservatorio quotidiano sulla vita del territorio. Vidano ha inoltre rivolto un invito esplicito ai cittadini: se si vuole una stampa locale di qualità, questa va sostenuta, letta, acquistata.
Dal fronte dell’opposizione, Andrea Cantoni, che si è presentato in aula con una mozione dei Fratelli d'Italia, pur condividendo la necessità di tutelare la Sentinella come patrimonio del territorio, ha preso le distanze da alcune valutazioni contenute nella mozione, in particolare dall’idea che lo “spacchettamento” del gruppo Gedi possa di per sé indebolire la testata. Al contrario, secondo Cantoni, una vendita separata potrebbe perfino tutelarla di più, soprattutto rispetto a un’ipotetica cessione “in blocco” a grandi gruppi esteri. Più netta la sua posizione sul tema della linea editoriale: «Non può essere la politica a garantire l’indipendenza editoriale di un giornale». Un punto su cui, nel prosieguo del dibattito, si è arrivati comunque a una convergenza, chiarendo che il riferimento della maggioranza non era tanto ai contenuti quanto alla possibile trasformazione "regionale" del progetto editoriale.
Ed è proprio su questo aspetto che ha insistito Andrea Gaudino. "Il pericolo – ha avvertito – è che si perda il senso profondo della testata: stare vicino a un territorio e a una comunità, raccontarne le specificità e le fragilità.
Nel finale si è arrivati alla sintesi politica, con l’approvazione di una mozione condivisa da maggioranza e opposizioni.
Sullo sfondo una riflessione non banale: la difficoltà di chiedere a un’impresa pugliese di investire a Ivrea ciò che la stessa classe imprenditoriale eporediese non ha voluto o saputo fare. «La soluzione ideale – ha ammesso Vidano – sarebbe stata una cordata di imprenditori locali. La speranza non è ancora morta».
E se Cantoni ha rilanciato proponendo una raccolta firme a sostegno del giornale, Francesco Giglio ha espresso soddisfazione per il testo unitario, leggendo il voto del Consiglio come un segnale concreto contro il depauperamento del territorio.
Una serata, insomma, in cui Ivrea ha parlato non solo di un giornale, ma di sé stessa.
Da direttore di un giornale locale, non posso che guardare con attenzione – e con una certa inquietudine – al dibattito che si è svolto questa sera in Consiglio comunale a Ivrea su La Sentinella del Canavese. Non perché la politica debba decidere il destino di un quotidiano, ma perché quando un’intera aula si ferma a discutere del futuro dell’informazione significa che qualcosa di profondo sta cambiando nel rapporto tra informazione, territorio e potere.
La notizia data dal sindaco Matteo Chiantore, del contatto diretto con Vito Ladisa, segna un passaggio di verità istituzionale. Le trattative esistono, sono reali, sono in corso. E questo basta a spiegare perché la preoccupazione sia diventata pubblica, condivisa, trasversale.
Chi fa questo mestiere sa bene che un giornale non è solo un’azienda. È un luogo di memoria, di conflitto, di racconto. È un presidio imperfetto, spesso fragile, ma essenziale. E quando si parla di possibile “regionalizzazione”, di accentramento, di spostamento delle redazioni, il rischio non è astratto: è concreto. Lo abbiamo già visto altrove.
Ho apprezzato il tono unitario del dibattito. Non era scontato. In un tempo in cui la politica spesso si divide su tutto, vedere maggioranza e opposizione convergere sul valore della stampa locale è un segnale importante. Così come è onesto ammettere, come è stato fatto, che la soluzione migliore sarebbe stata una cordata di imprenditori locali. Ma non c’è stata. E questo dice molto anche di Ivrea e del suo tessuto economico.
La verità è che la vendita della Sentinella arriva oggi, ma non cade dal cielo. Era nell’aria da tempo. La Sentinella del Canavese era infatti rimasta l’ultima testata locale nel paniere della grande famiglia Gedi. Negli anni passati tutti i quotidiani territoriali hanno trovato un acquirente nelle proprie città o, quantomeno, nella stessa regione: Il Mattino di Padova, La Nuova Venezia, La Tribuna di Treviso, il Corriere delle Alpi, La Provincia Pavese. Tutti, tranne La Sentinella.
Chiedere oggi a un imprenditore pugliese di investire a Ivrea ciò che il territorio non ha saputo o voluto fare per sé stesso è legittimo, ma difficilmente efficace. Chi arriverà, infatti, sarà inevitabilmente guidato da un solo obiettivo: la ricerca della giusta dimensione per il pareggio di bilancio
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