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23 Dicembre 2025 - 12:11
Natale d’oro per le città italiane, tra luci e spettacoli i Comuni sfiorano i 400 milioni di spesa
Il Natale delle città italiane è sempre più una macchina complessa, costosa e visibile. Non solo luci e alberi, ma eventi, mercatini, spettacoli, addobbi diffusi, logistica, personale e consumi energetici. Il risultato è una cifra che colpisce: quasi 400 milioni di euro spesi dai Comuni per “vestire a festa” i centri urbani durante le festività. Una scelta che riguarda 5.084 amministrazioni, pari al 64,4% del totale, secondo uno studio che fotografa con precisione dimensioni e articolazione di un fenomeno ormai strutturale.
La spesa complessiva ammonta a 397,4 milioni di euro, una cifra che racconta quanto il Natale sia diventato, per gli enti locali, non solo un momento simbolico ma anche una leva economica e politica. Di questi, circa 274 milioni sono destinati direttamente a illuminazioni, decorazioni, alberi, spettacoli ed eventi. Ma il conto non si ferma qui. A pesare sono anche le spese “invisibili”, quelle che non brillano ma incidono: 98,5 milioni per il personale comunale, tra tecnici, operai, maestranze e uffici coinvolti nell’organizzazione, e 24,9 milioni per i consumi di energia elettrica.
In altre parole, dietro una piazza illuminata o un mercatino affollato c’è una macchina amministrativa che lavora a pieno regime. Il Natale, per i Comuni, è diventato un progetto complesso, che richiede pianificazione, appalti, coordinamento e risorse dedicate. Non più solo un albero in piazza, ma un palinsesto diffuso che dura settimane e coinvolge interi quartieri.
A guidare la classifica della spesa è Napoli, con un investimento che tocca i 4,8 milioni di euro. Una scelta che si inserisce in una strategia precisa: usare il Natale come volano turistico, attrarre visitatori, riempire alberghi e ristoranti, rafforzare l’immagine della città. Un modello seguito, con cifre diverse, da molte altre realtà urbane, grandi e piccole.
Perché il dato più interessante non è solo quanto si spende, ma chi spende. Oltre sei Comuni su dieci scelgono di investire nel Natale, segno che la competizione tra territori passa anche dalle luci, dagli eventi e dalla riconoscibilità dello spazio pubblico. Il rischio di restare indietro, di apparire spenti o marginali, pesa quanto – se non più – il costo dell’investimento.

Le amministrazioni difendono queste scelte parlando di ricadute economiche. Più eventi significano più presenze, più consumi, più lavoro per commercianti e operatori turistici. I mercatini natalizi, in particolare, sono diventati un format standardizzato ma ancora efficace, capace di animare centri storici e attirare flussi anche da fuori provincia. In questo senso, la spesa natalizia viene spesso presentata come un investimento, non come un costo.
Ma il tema resta divisivo. Ogni anno, puntuale, riemerge il dibattito sull’opportunità di destinare centinaia di milioni a luminarie ed eventi in un Paese dove molte amministrazioni faticano a garantire servizi essenziali. Le opposizioni parlano di sprechi, di priorità sbagliate, di città illuminate a festa ma con strade dissestate e carenze strutturali. Le maggioranze ribattono sottolineando che il Natale è uno dei pochi momenti in cui lo spazio pubblico torna a essere vissuto, frequentato, condiviso.
C’è poi il tema dell’energia, tutt’altro che marginale. Dopo anni segnati dalla crisi energetica e dall’aumento dei costi, spendere quasi 25 milioni di euro per l’elettricità delle luminarie riaccende interrogativi sulla sostenibilità. Molti Comuni rivendicano l’uso di tecnologie a basso consumo, come il LED, e la riduzione degli orari di accensione. Ma il dato complessivo mostra che l’impatto energetico resta significativo.
Un altro elemento spesso sottovalutato riguarda il personale. Quasi 100 milioni di euro servono per pagare ore extra, allestimenti, sicurezza, pratiche amministrative. Il Natale non è solo festa, ma anche lavoro aggiuntivo per strutture comunali già sotto pressione. Un aspetto che raramente entra nel dibattito pubblico, ma che incide pesantemente sui bilanci.
Alla fine, la fotografia restituita dallo studio racconta un’Italia che, nonostante tutto, continua a puntare sul Natale come momento identitario e collettivo. Le luci diventano un segnale di vitalità, gli eventi un modo per tenere insieme comunità spesso frammentate. Che piaccia o meno, il Natale è ormai una politica urbana, con numeri, strategie e conseguenze.
Resta la domanda di fondo: quanto vale una città illuminata a festa? Per alcuni è un lusso superfluo, per altri un investimento necessario. I numeri dicono che la maggioranza dei Comuni ha già scelto da che parte stare. E ha deciso di accendere le luci, anche a caro prezzo.
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