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Montanaro e il bacino che non parte, fondi congelati e decisioni calate dall’alto mentre il territorio resta in attesa

Commissione, incontro a Torino e nodi politici ancora irrisolti

Montanaro e il bacino che non parte

Montanaro e il bacino che non parte, fondi congelati e decisioni calate dall’alto mentre il territorio resta in attesa

La vicenda del Bacino di Laminazione entra in una fase cruciale, fatta di passaggi tecnici, scelte politiche e margini sempre più stretti per non perdere risorse pubbliche già assegnate. Al centro del confronto c’è il destino dei fondi regionali destinati al 4° lotto del canale scolmatore, una dotazione economica che il Comune ha cercato di salvaguardare e rimodulare, evitando che venga definitivamente dispersa nel complesso iter autorizzativo dell’opera principale.

Il primo passaggio chiave risale al 12 dicembre 2025, quando si è riunita la Commissione preposta. In quella sede è emersa una posizione unanime: chiedere alla Regione Piemonte che i fondi originariamente previsti per il quarto lotto non vadano perduti. L’idea condivisa è quella di una possibile rimodulazione delle risorse verso opere complementari al Bacino di Laminazione, interventi esterni al Partenariato Pubblico-Privato con la ditta Allara e quindi finanziabili esclusivamente con fondi pubblici. Una precisazione, però, è apparsa subito centrale e vincolante: senza la realizzazione del progetto principale del Bacino, quei fondi non potranno in alcun modo essere utilizzati per opere accessorie.

In questo contesto si inserisce anche il tema della trasparenza e della partecipazione. Il sindaco, accogliendo una proposta avanzata dalla minoranza, aveva manifestato l’intenzione di allargare la partecipazione all’incontro in Regione previsto per il 18 dicembre anche a comitati e cittadini, almeno in qualità di uditori. Una scelta che avrebbe rappresentato un segnale politico preciso su un’opera da sempre al centro di un acceso dibattito pubblico. Tuttavia, una richiesta formale della Regione ha cambiato lo scenario: da Torino è arrivata la comunicazione che l’incontro non avrebbe avuto carattere pubblico, limitando la partecipazione al solo Sindaco e all’Assessore competente.

Costretto ad attenersi alle disposizioni regionali, il Comune ha quindi confermato la presenza del sindaco Careri e dell’assessore Merlo, assicurando che le istanze emerse in Commissione sarebbero state comunque portate al tavolo regionale e che sarebbe seguito un aggiornamento puntuale sugli esiti del confronto. Un impegno che ha trovato seguito nel pomeriggio del giorno successivo, quando l’incontro si è effettivamente svolto presso la Regione Piemonte, su richiesta diretta del Direttore regionale.

Durante la riunione è stato ribadito un punto già chiarito dall’ingegner Giunta in occasione del tavolo OTR: i fondi del 4° lotto, trattandosi di risorse interamente pubbliche, non possono in alcun modo essere destinati a un’opera in PPP. Un paletto normativo che restringe ulteriormente il campo delle possibilità e che incide direttamente sull’assetto finanziario dell’intervento. È stato inoltre chiarito che le opere complementari ritenute necessarie, come la recinzione delle aree pericolose, dovranno essere inserite nel progetto del Bacino e finanziate dal promotore privato, non potendo gravare su fondi regionali pensati per tutt’altra finalità.

Il confronto si è chiuso con una decisione prudenziale ma significativa: il congelamento dei fondi destinati al quarto lotto, in attesa del completamento della procedura autorizzativa del Bacino di Laminazione. Una scelta che, se da un lato evita la perdita immediata delle risorse, dall’altro conferma quanto il futuro dell’intero impianto sia ancora legato a passaggi tecnici e amministrativi tutt’altro che scontati.

Sul piano politico, la partita resta aperta. Da un lato c’è la volontà del Comune di non disperdere risorse pubbliche già assegnate, dall’altro i vincoli normativi che separano nettamente ciò che può essere finanziato con fondi regionali da ciò che deve rientrare nelle responsabilità del privato. In mezzo, un’opera strategica che continua a dividere e a sollevare interrogativi, non solo sulla sua realizzazione ma anche sulla gestione economica e sulla tutela del territorio.

Il Bacino di Laminazione resta un dossier aperto, con fondi sospesi, scelte da compiere e una comunità che attende risposte chiare su tempi, costi e conseguenze di un progetto che continua a pesare sul futuro del territorio.

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