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18 Dicembre 2025 - 17:39
Elena Piastra
Vabbè, ragazzi, alziamo le braccia. Ci arrendiamo.
È davvero troppo facile "smentire" la sindaca Elena Piastra. Talmente facile che viene quasi il sospetto di esagerare. E invece no. Perché delle due l’una: o la sindaca racconta le cose sperando che qualcuno ci caschi e ci cascano in tanti. Oppure, ipotesi ancora più inquietante, non sa davvero di cosa sta parlando. E il problema, in quel caso, non è la polemica: è la guida della città.
Il riferimento è al tanto sbandierato partenariato pubblico-privato, definito, in diretta, sul suo profilo Facebook, tra un sorrisetto e l'altro, senza arrossire, un’operazione “straordinaria”, che dovrebbe portare a Settimo Torinese una RSA, uno studentato e — guarda caso — un supermercato. Tre pezzi in un unico pacchetto, tre immobili pubblici destinati a finire nelle mani di un privato. Un’operazione che viene raccontata come inevitabile, naturale, quasi obbligata dal destino e dalle leggi del mercato. Peccato che il destino, qui, abbia nome e cognome.
Sul tema dello studentato, per carità, stendiamo pure un velo pietoso. In una città senza università, con il Politecnico ben piantato a Torino e senza alcuna reale attrattività studentesca, l’idea che uno studente scelga Settimo come luogo della vita universitaria rasenta l'inverosimile. Ma facciamo finta di crederci. Diamogliela buona. Un atto di fede laica. Studendato vs appartamenti da vendere?
Il vero capolavoro, però, arriva quando Elena Piastra, in diretta, giustifica la nascita del supermercato parlando di scelta “inevitabile”, perché l’area sarebbe commerciale. Inevitabile. Come la pioggia a novembre. Come il traffico al lunedì mattina. Dateci un pizzicotto. Diteci che non l’ha detto davvero.
Perché qui la realtà è un’altra, ed è scritta nero su bianco. Parliamo e lei non lo nega di "patrimonio pubblico". Quei terreni non appartengono a un oscuro proprietario privato spuntato dal nulla. Sono di Patrimonio Srl, una società interamente del Comune. Pubblica. Comunale. Casa nostra. E Patrimonio quei terreni non li “sviluppa” per vocazione urbanistica, ma li vende per fare cassa. Per tappare buchi. Per sistemare conti che, guarda un po’, non tornano.
Lo scrive senza giri di parole il collegio sindacale nell’ultimo bilancio disponibile online: “è necessario adoperarsi affinché perlomeno parte dei terreni edificabili nella cd ‘Laguna Verde’, iscritti nelle rimanenze per un valore complessivo di Euro 5.056.000, si trasformino in tempo utile in disponibilità liquide, in modo da poter continuare a far fronte nei tempi previsti ai debiti societari, con particolare riferimento al debito finanziario verso il Comune di Settimo Torino pari a complessivi Euro 3.116.580”. Traduzione per i non addetti ai lavori: bisogna vendere, e in fretta, per pagare i debiti. Anche quelli verso il Comune. Un perfetto giroconto pubblico-pubblico, con il privato che entra dalla porta principale.
Altro che “inevitabile”. Il supermercato arriva perché serve. Serve a Patrimonio, serve alle casse comunali, serve a chi governa oggi. Serve a Elena Piastra. Questa è l’unica certezza inconfutabile. E sarà un gran supermercato, con i suoi circa 2.500 metri quadrati tra via Regio Parco e via Vigliano, nel cuore di quella Laguna Verde che verde lo è sempre meno.
Ricapitoliamo, perché a forza di parole come “straordinario” e “inevitabile” si rischia di perdere il filo. Tre immobili pubblici, messi insieme in un unico pacchetto, destinati a un partenariato pubblico-privato. Il soggetto proponente è C.S. Costruzioni Srl di Asti, nome già noto a Settimo per il Palazzetto dello Sport. Il primo intervento riguarda l’ex scuola dell’infanzia R. Pezzani, in via Fiume 18, destinata a diventare una “Casa della Salute” e poi da dare in sub-concessione a un soggetto privato “qualificato”. Il secondo è l’edificio dismesso tra via Fiume e via Schiaparelli, trasformato in studentato. Il terzo è il cosiddetto Parco della Salute, nell’area di Patrimonio Srl tra via Vigliano e via Regio Parco, a Laguna Verde. E, ciliegina sulla torta, il supermercato.
C’è poi un dettaglio che meriterebbe almeno un sopracciglio alzato. Il direttore tecnico della società proponente è Valentina Galasco, già direttrice dei lavori del Palazzetto dello Sport per conto di Patrimonio. Oggi si trova dall’altra parte del tavolo, a firmare progetti per il costruttore privato. Tutto formalmente corretto, per carità. Ma quando le stesse figure tecniche transitano senza soluzione di continuità dal pubblico che assegna gli incarichi al privato che li realizza, il tema del confine tra interesse collettivo e interesse di parte non può essere liquidato con una scrollata di spalle.
Insomma, no. Il supermercato non atterra a Settimo perché “non c’erano alternative”. Atterra perché è una scelta politica precisa. Voluta. Cercata. Difesa. E raccontata come inevitabile, sperando che nessuno vada a leggersi i bilanci, le delibere, le carte. Ma le carte parlano. E raccontano una storia molto meno edulcorata di quella andata in onda in diretta.
Ah già! Dimenticavamo. La sindaca, tra le altre cose, e proprio rispondendo ad una domanda sul "supermercato" ha specificato che lei "La Voce" non la legge. Per noi può continuare benissimo a leggere "Topolino" tutta la vita, facendo finta di vivere a Topolinia, ma si ricordi degli "algoritmi". Su Facebook i "post" passano, gli articoli su un giornale online, invece, restano nella rete tutta la vita e oggi su "google" a spiegare chi è Elena Piastra ci siamo praticamente solo noi...
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