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17 Dicembre 2025 - 17:12
La nuova scuola di Gassino Torinese è pronta: apertura il 7 gennaio. Foto: Corrado (a sinistra) e Morelli (a destra)
La nuova scuola elementare unificata di Gassino Torinese è arrivata al traguardo finale. Dopo anni di attesa, passaggi amministrativi complessi e un cantiere che ha accompagnato più di una stagione politica, l’opera è ormai pronta ad accogliere gli alunni all’inizio del 2026. L’iter, di fatto, si sta chiudendo: le strutture sono completate, gli arredi sono arrivati, gli ultimi interventi riguardano le sistemazioni esterne e l’organizzazione logistica del trasferimento dai plessi esistenti.
Si tratta di un edificio destinato a cambiare in modo significativo l’assetto scolastico e urbano della città. La nuova scuola accoglierà infatti gli studenti delle attuali primarie Gandhi e Borione, superando una frammentazione che da anni veniva indicata come uno dei limiti principali dell’offerta scolastica gassinese. Un unico plesso moderno, pensato per garantire spazi più ampi, luminosi e funzionali, con una palestra integrata e ambienti progettati secondo criteri di efficienza energetica e sostenibilità.
Dal punto di vista politico e amministrativo, però, la scuola è anche molto di più di un semplice edificio. È un’opera che racconta una continuità tra amministrazioni diverse, ed è per questo che negli ultimi mesi è diventata uno dei pochi terreni di confronto meno divisivi tra maggioranza e opposizione. La sua storia, infatti, parte da lontano.
La decisione di realizzare una nuova scuola unificata nasce durante la precedente amministrazione guidata da Paolo Cugini, quando vennero compiute le scelte fondamentali: individuazione dell’area, definizione del progetto, reperimento delle risorse e affidamento dei lavori. In quella fase, il ruolo politico e tecnico fu centrale per l’allora assessore Andrea Morelli, per molti gassinesi il vero “papà” della scuola. È sotto quella giunta che l’opera prende forma concreta, passando dalla fase delle intenzioni a quella dei cantieri.

Il consigliere Gazzara e il sindaco Corrado sul cantiere la scorsa primavera
Quando l’attuale amministrazione guidata da Cristian Corrado si insedia, il progetto è già avviato. Il compito della nuova Giunta è quello di seguire il cantiere fino al completamento, affrontando le inevitabili complessità di un’opera pubblica di grandi dimensioni. Un aspetto che anche l’opposizione ha riconosciuto più volte: la scuola è uno dei pochi interventi che procede senza strappi, in un contesto più ampio che invece vede molte opere rinviate o rallentate.
Negli ultimi mesi il cantiere ha accelerato. Gli impianti sono stati completati, le aule allestite, gran parte degli arredi consegnati. Parallelamente si è lavorato sugli accessi, sulla viabilità di collegamento e sulla distinzione tra gli spazi scolastici e quelli destinati all’utilizzo extrascolastico della palestra, che potrà essere frequentata anche in orario serale dalle associazioni. Un dettaglio non secondario, perché apre alla possibilità di liberare e riorganizzare altri spazi pubblici oggi frammentati.
Ed è proprio questo uno degli effetti più rilevanti dell’opera sul piano urbano. La chiusura della scuola Gandhi dovrebbe consentire la realizzazione di un parco urbano, mentre l’edificio della Borione è destinato, secondo quanto già previsto nei documenti della scorsa legislatura, a una riconversione in spazi per servizi pubblici, attività culturali e associative. Una prospettiva che potrebbe dare respiro a realtà sportive e culturali che oggi lamentano carenze di spazi, anche se su questo fronte mancano ancora atti concreti e una tempistica definita.
Nel dibattito politico recente, soprattutto in occasione dell’analisi del DUP 2026–2028, la nuova scuola è stata indicata dalla minoranza come l’unica grande opera realmente prossima alla conclusione. Un’eccezione, secondo Morelli e Molinari, in un quadro che per il resto appare povero di interventi strutturali già finanziati e cantierabili nel breve periodo. Non a caso, anche chi è più critico verso la Giunta Corrado ha definito la scuola «un buon risultato per la città», pur rivendicandone con forza la genesi politica precedente.
Sul piano pratico, l’apertura della nuova scuola segnerà un passaggio importante anche per le famiglie. Spazi più moderni, una logistica più razionale, un edificio pensato per rispondere alle esigenze didattiche contemporanee. Resta aperta, come ultimo tassello simbolico, la questione dell’intitolazione dell’istituto, che l’amministrazione ha scelto di affidare anche ai suggerimenti degli alunni, in un percorso partecipativo che accompagnerà l’inaugurazione.
La scuola che aprirà nel gennaio 2026, dunque, è il risultato di un percorso lungo e articolato. Non è l’opera di una sola amministrazione, ma il frutto di scelte stratificate nel tempo. Ed è forse proprio questo il suo valore più significativo: dimostrare che, almeno in alcuni casi, la continuità amministrativa può produrre risultati concreti. In una fase in cui molte promesse restano ancora sulla carta, la nuova scuola rappresenta una certezza. Una delle poche, oggi, su cui a Gassino maggioranza e opposizione, pur da prospettive diverse, riescono a riconoscersi.

Andrea Morelli
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