Bufera sulla recita di Natale dell'asilo. La minoranza attacca: "Hanno chiesto 5 euro per l'ingresso!". Comune e scuola: "Falso, quereliamo!"

La richiesta di un contributo economico alle famiglie per la recita di Natale della scuola dell’infanzia finisce in Consiglio comunale e apre uno scontro politico a Cigliano. A sollevare il caso è stato il consigliere di minoranza Diego Marchetti, capogruppo di RinnoviAmo Cigliano, che ha presentato un’interrogazione formale chiedendo conto all’Amministrazione comunale di quanto segnalato da diversi genitori: cinque euro a bambino per poter partecipare allo spettacolo di fine anno.

Secondo quanto riportato nell’atto ispettivo, la recita si è svolta in una struttura non comunale, sede di un’associazione locale, e alle famiglie sarebbe stato chiesto un contributo economico per coprire i costi di riscaldamento. Una richiesta che, per il consigliere di minoranza, pone un problema politico e amministrativo: iniziative scolastiche rivolte a bambini in età prescolare – si legge – non dovrebbero comportare, nemmeno indirettamente, oneri economici per le famiglie. Da qui una serie di domande puntuali rivolte al sindaco e alla giunta: se il Comune fosse a conoscenza della richiesta, se la ritenesse legittima e perché non siano stati messi a disposizione locali comunali idonei e gratuiti.

La risposta è arrivata sotto forma di comunicato stampa congiunto firmato dal Comune di Cigliano, dall’Istituto comprensivo “Don Evasio Ferraris” e dalla SOMS. Un testo dai toni duri, che respinge integralmente la ricostruzione della minoranza. La scuola rivendica la propria piena autonomia organizzativa, spiegando di aver scelto liberamente la sede della SOMS per lo svolgimento della recita, mentre l’associazione chiarisce di aver concesso il salone senza richiedere alcun compenso economico.

Nel comunicato si precisa inoltre che non è mai stato richiesto alcun contributo obbligatorio alle famiglie. Al termine della recita, viene spiegato, sarebbe stata soltanto comunicata al pubblico la possibilità di effettuare un’offerta libera e volontaria alla SOMS, su iniziativa dei rappresentanti dei genitori, per contribuire alle spese di riscaldamento sostenute dall’associazione. Nessuna cifra indicata, nessun obbligo, nessuna condizione per la partecipazione dei bambini.

Da qui l’affondo finale contro il consigliere interrogante: quanto scritto e riportato – affermano Comune, scuola e SOMS – sarebbe “assolutamente non veritiero e palesemente falso”, al punto da richiedere una pubblica smentita e riservarsi eventuali azioni a tutela del buon nome degli enti coinvolti.

Resta però il dato politico: una recita scolastica, una segnalazione di genitori, un’interrogazione consiliare e una risposta che non si limita a chiarire, ma alza il livello dello scontro. In mezzo, come spesso accade, le famiglie, chiamate a orientarsi tra versioni opposte e una vicenda che, al di là delle responsabilità, riporta al centro una domanda semplice: chi deve farsi carico dei costi, anche minimi, delle attività scolastiche pubbliche?