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15 Dicembre 2025 - 17:05
Il Barattolo sotto attacco: la Regione stringe, Torino rischia di perdere il suo mercato più vivo (foto: Marrone e Grimaldi)
Il Barattolo non è solo un mercatino. È un pezzo di città, un presidio informale di economia popolare, un luogo dove per decenni si sono intrecciate fragilità sociali, riuso, sopravvivenza e comunità. Ed è proprio per questo che la nuova convenzione tra Regione Piemonte e Comune di Torino, destinata a ridisegnarne il futuro, sta diventando terreno di uno scontro politico sempre più netto.
A lanciare l’allarme sono Marco Grimaldi, vicecapogruppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, e Alice Ravinale, capogruppo Avs in Consiglio regionale. Il loro timore è che la prossima convenzione, in scadenza il 31 dicembre 2026, possa risultare addirittura peggiorativa rispetto all’attuale, nonostante sia stata resa possibile – sottolineano – proprio dalla mobilitazione delle consigliere regionali di Avs. Il nodo è nella legge regionale approvata dalla maggioranza di destra, che fisserebbe un tetto massimo di 12 giornate di attività, aprendo il rischio di un drastico ridimensionamento.

Marco Grimaldi
Secondo Grimaldi e Ravinale, quello in corso non è un semplice confronto tecnico, ma un vero attacco a una delle esperienze sociali più radicate della città. Limitare ulteriormente le attività del Barattolo, sostengono, significherebbe ottenere l’effetto opposto a quello dichiarato: aumentare l’illegalità invece di ridurla. Da qui il sostegno esplicito all’associazione Vivi Balon, ai venditori e alle migliaia di persone che ogni fine settimana frequentano il mercato, come dimostrato anche dalla presenza di centinaia di persone sotto il Consiglio regionale. L’invito finale è anche politico e simbolico: domenica 21 dicembre, tutti in via Carcano, “a comprare un regalo al Barattolo”.
Di segno diverso la lettura dell’assessore regionale Maurizio Marrone, che in Terza Commissione ha illustrato la proposta di convenzione ottenendo un parere favorevole a maggioranza. L’obiettivo dichiarato è superare il limite delle 12 giornate annue previste dalla legge regionale, arrivando a 40 aperture, ma a condizioni stringenti. Il mercatino dovrebbe essere riservato a persone in fragilità economica certificata dai servizi sociali comunali, trasformandosi – nelle intenzioni – in uno strumento strutturato di contrasto alla povertà.
Marrone ha richiamato anche i dati sui controlli: nel 2024, su 80 giornate, sarebbero stati effettuati 91 rinvenimenti di merce non autorizzata e 81 sequestri, numeri che per la Giunta giustificano una regolamentazione più rigida.
Ma il via libera della Commissione non cancella le fratture. Nadia Conticelli (Pd) ha messo in guardia dal rischio di criminalizzare la povertà, mentre Ravinale ha chiesto un sopralluogo per osservare direttamente un mercato che registra circa cinquemila passaggi settimanali di persone in difficoltà.
Dal Movimento 5 Stelle, Alberto Unia ha avvertito che spostare il problema non equivale a risolverlo. Fabrizio Ricca (Lega) ha parlato di tutela dei “poveri veri”, mentre Gianna Pentenero ha denunciato il rischio di una lenta chiusura mascherata.
Il Barattolo, ancora una volta, diventa cartina di tornasole di una scelta politica più ampia: includere o contenere, governare la marginalità o restringerla. La partita vera è appena iniziata e dirà molto su che Torino vuole essere.

Maurizio Marrone
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