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Espulsione dell’imam Shahin, la Corte lo libera. Avs attacca il Viminale

Avs esprime gioia per la liberazione di Shahin, ma critica la gestione del caso da parte del governo

Espulsione dell’imam Shahin, la Corte lo libera. Avs attacca il Viminale

Espulsione dell’imam Shahin, la Corte lo libera. Avs attacca il Viminale

La vicenda dell’imam Mohamed Shahin, che ha suscitato forti polemiche e manifestazioni di solidarietà, ha raggiunto una nuova fase con la liberazione dell’imam dal Centro di Permanenza per i Rimpatri (Cpr) di Caltanissetta, dove era stato trattenuto dopo il decreto di espulsione emesso dal Ministero dell’Interno. La Corte d’Appello di Torino ha deciso per la cessazione del trattenimento, aprendo la strada alla sua liberazione.

Avs, attraverso una nota firmata dai suoi rappresentanti politici, ha espresso gioia immensa per la notizia, ma ha criticato duramente la gestione dell'intera vicenda da parte del governo. Marco Grimaldi, vicecapogruppo di Avs alla Camera, insieme ad Alice Ravinale, capogruppo in Regione Piemonte, e ai consiglieri comunali Sara Diena ed Emanuele Busconi, hanno sottolineato l’inconsistenza del decreto di espulsione e accusato il ministro Piantedosi di aver basato la sua decisione su “basi inconsistenti”, alimentando un clima di sospetto e islamofobia.

“È gravissimo che il ministro Piantedosi abbia costruito un decreto su basi inconsistenti, mentendo al Paese e alimentando un clima di sospetto verso una persona innocente” ha dichiarato Grimaldi. “Questa vicenda è l’ennesima dimostrazione di come si pieghi il concetto di sicurezza nazionale per fini politici. Shahin è stato privato della libertà senza motivo. La giustizia ha fatto il suo corso, ma il danno umano e civile resta” ha proseguito, chiedendo che il governo chieda scusa e ritiri il decreto di espulsione.

L'imam Shanin

Il tribunale ha evidenziato che le accuse mosse nei confronti di Shahin – in particolare quelle legate ad alcune dichiarazioni ritenute compromettenti e al blocco stradale del 17 maggio 2025 – erano prive di fondamento. La Procura della Repubblica ha archiviato le indagini sulle frasi incriminate, poiché non configuravano reato, e la condotta di Shahin durante il blocco stradale è stata considerata pacifica e non pericolosa. Inoltre, è stato confermato che i procedimenti non erano secretati, contrariamente a quanto riportato in precedenza, smentendo le informazioni fornite dal Ministero.

Avs ha ribadito l’importanza di fare chiarezza su come il governo ha gestito questa vicenda, e ha chiesto che si faccia piena luce sulla decisione di espulsione che, secondo l’associazione, non aveva alcuna base giuridica solida. Nonostante la decisione della Corte, la posizione di Avs rimane critica nei confronti della gestione ministeriale del caso, chiedendo interventi più attenti e responsabili sulle questioni legate ai diritti umani e alla gestione della sicurezza.

La vicenda di Shahin, purtroppo, continua a sollevare interrogativi sulle politiche di immigrazione e sulle modalità con cui vengono trattati i casi di persone accusate di reati minori o di manifestazioni di dissenso pacifico.

AGGIORNAMENTO:

Nel primo pomeriggio di oggi, l'imam Mohamed Shahin ha lasciato il Cpr di Caltanissetta in applicazione della decisione della Corte di Appello di Torino, che si è pronunciata per la cessazione del suo trattenimento nella struttura. All'imam è stato consegnato un permesso di soggiorno provvisorio.

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