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La Juve non è in vendita. Lo giura Elkann

Elkann giura fedeltà bianconera tra valori, tradizione e futuro vincente. Spalletti ringrazia, ascolta i messaggi e promette massimo impegno finché la matematica lo consente

La Juve non è in vendita. Lo giura Elkann

La Juve non è in vendita. Lo giura Elkann

C’è un momento, nel calcio moderno, in cui anche le parole hanno bisogno di scendere in campo. E John Elkann lo fa con un video solenne, pubblicato sul sito ufficiale della Juventus, che suona più o meno come un giuramento davanti allo stemma: “La Juventus, la nostra storia, i nostri valori non sono in vendita”. Detto con tono pacato, rassicurante, quasi paterno. Tranquilli tutti: la Juve resta in famiglia. Da 102 anni, precisa Elkann, come si fa con le grandi saghe, quelle che iniziano in bianco e nero e finiscono — almeno nelle intenzioni — con un futuro “vincente”.

Nel racconto presidenziale c’è tutto: le quattro generazioni, i momenti difficili accuditi con amore, quelli felici festeggiati come si conviene. Una Juventus cresciuta, allevata, protetta, quasi come un figlio prediletto che ogni tanto combina guai ma che non si abbandona mai. E poi c’è la famiglia allargata, quella vera, quella dei milioni di tifosi, che “amano la Juve come si amano le persone care”. Un’immagine tenera, che però stride un po’ se pensata accanto agli ultimi anni di bilanci, ricostruzioni, penalizzazioni e classifiche da guardare con il binocolo. Ma tant’è: l’amore, si sa, non guarda la classifica.

Il messaggio è chiaro e ribadito come un mantra: continuiamo a sostenere la squadra e a guardare al futuro. Un futuro che, a forza di essere evocato, rischia di diventare una categoria filosofica più che sportiva. Ma Elkann insiste: la Juventus non è sul mercato. I valori non si pesano a chili, la storia non si mette all’asta. E soprattutto, la Juve resta dov’è. Almeno per ora.

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A fare eco alle parole del numero uno di Exor arriva Luciano Spalletti, che da tecnico bianconero si cala subito nel clima emotivo del momento. “Fa piacere sentire la forza e la passione di John Elkann e della famiglia per questo club”, dice con convinzione. Tradotto: il capo c’è, guarda, scrive, manda messaggi. E ogni tanto pensa alla Juve, il che — sottolinea Spalletti — “sono cose che fanno piacere”. Anche agli allenatori, evidentemente, serve una carezza dall’alto.

Spalletti parla di passato da onorare e futuro da costruire, possibilmente migliore. Un futuro che non guarda all’immediato, come spiega lui stesso, ma che non può nemmeno rinunciare all’idea di vincere. Perché alla Juventus, ricorda, “il pensiero va a fare il massimo del realizzabile finché la matematica non ti condanna”. Una frase che sembra uscita da un manuale di pragmatismo bianconero: si spera finché i numeri lo consentono, poi si ricomincia a parlare di progetto.

Insomma, tra dichiarazioni solenni e rassicurazioni affettuose, la Juventus si racconta ancora una volta come una grande famiglia. Una famiglia che non vende l’argenteria, che guarda lontano e che promette un futuro vincente. Il campo, come sempre, avrà l’ultima parola. Ma intanto, il messaggio è stato recapitato: la Juve non è in vendita. E se proprio non vince subito, pazienza. L’importante è crederci. O almeno dirlo bene.

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