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Canale di Caluso, alberi privati bloccano la manutenzione e riaprono l’incubo allagamenti

Ordinanza ai proprietari e controlli entro 30 giorni mentre il rischio idraulico torna sotto i riflettori

Canale di Caluso

Canale di Caluso, alberi privati bloccano la manutenzione e riaprono l’incubo allagamenti

La manutenzione del Canale di Caluso, in particolare lungo il tratto del canale de Brissac che attraversa il territorio comunale, si scontra oggi con un ostacolo tutt’altro che secondario: la presenza di alberi e arbusti cresciuti su terreni privati, troppo vicini all’alveo e non rispettosi delle distanze previste. Una situazione che sta rendendo complessi alcuni interventi fondamentali e che, soprattutto, mette a rischio il regolare deflusso delle acque in caso di precipitazioni intense.

In diversi punti la vegetazione impedisce ai tecnici del Consorzio del Canale demaniale di Caluso di accedere alle sponde e di verificarne lo stato di conservazione. Il problema non è solo tecnico, ma anche di sicurezza idraulica: rami, radici e cespugli possono ostacolare il corso dell’acqua, aumentando il pericolo di allagamenti in un territorio che già in passato ha fatto i conti con esondazioni e danni diffusi.

Dopo un’analisi della situazione, e su sollecitazione del Consorzio, è intervenuta la polizia locale, che ha emesso un’ordinanza rivolta ai proprietari dei terreni interessati. Il provvedimento impone di procedere, entro trenta giorni, a tagli e potature per riportare l’area in condizioni conformi alle norme. Al termine del periodo indicato, il Consorzio effettuerà un controllo puntuale dei tratti ricadenti nel territorio comunale e, in caso di mancato adeguamento, provvederà direttamente agli interventi necessari, con spese a carico dei proprietari inadempienti.

La questione si inserisce in un percorso più ampio di messa in sicurezza idraulica avviato dal Consorzio negli ultimi due anni. Un lavoro lungo e articolato, sostenuto da un investimento di oltre 500 mila euro, finanziato attraverso risorse del Pnrr. Gli interventi hanno interessato in particolare l’area nord-ovest di Caluso, tra via Brissac e via Piave, e la frazione Arè, in via San Michele, zone densamente abitate che nel 2019 erano state colpite da gravi allagamenti in seguito all’esondazione della storica bialera.

In quei tratti si è intervenuti con il rifacimento del sottofondo e il consolidamento delle sponde, compromesse dall’erosione. Opere che hanno aumentato il livello di sicurezza del territorio, soprattutto in relazione a eventi meteorologici sempre più intensi e concentrati, che negli ultimi anni stanno mettendo sotto pressione vaste aree del Piemonte.

Resta però aperto il nodo della gestione complessiva del reticolo irriguo minore, che spesso si interseca con insediamenti civili e industriali. Senza una manutenzione costante e coordinata, questi canali secondari possono diventare un fattore di rischio non solo per l’agricoltura, ma anche per la sicurezza delle abitazioni e delle infrastrutture. Da qui la necessità di una collaborazione più stretta tra il Consorzio e i Comuni del territorio, chiamati a condividere responsabilità e strategie.

Sul piano istituzionale pesa anche il fatto che il Canale di Caluso è di proprietà della Regione Piemonte, dopo il trasferimento dei beni demaniali alle Regioni. Negli ultimi tempi non sono mancati momenti di confronto con i vertici regionali, che hanno mostrato attenzione alle criticità segnalate, riconoscendo il ruolo strategico del canale sia per l’economia agricola sia per il controllo del deflusso delle acque verso la Dora Baltea durante i nubifragi.

L’infrastruttura, lunga 28 chilometri, parte dalla centrale della frazione Spineto di Castellamonte e arriva fino alla Mandria di Chivasso, garantendo l’irrigazione a 11 mila ettari di campi coltivati e servendo un comprensorio di 19 Comuni. Un sistema storico, che da secoli sostiene l’agricoltura locale e che oggi, più che mai, svolge anche una funzione di presidio idraulico.

In questo contesto, la presenza di vegetazione non regolamentata lungo le sponde non è più un dettaglio trascurabile. L’ordinanza emessa rappresenta un passaggio necessario per sbloccare gli interventi e ridurre i rischi. La sfida ora è far rispettare i tempi e le prescrizioni, perché la manutenzione del canale non riguarda solo il Consorzio o i singoli proprietari, ma l’equilibrio e la sicurezza di un intero territorio.

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