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07 Novembre 2025 - 15:58
Cassonetti stracolmi, commercianti esasperati a Chivasso: l'assessore "scopre" il problema. E forse interviene
A Chivasso l’immondizia non è solo una questione di decoro, ma di credibilità politica. E come spesso accade, la politica si accorge del problema solo quando i cittadini lo rendono visibile. Così, dopo settimane di foto virali e proteste sui social, i cassonetti stracolmi nell’isola pedonale sono approdati in Consiglio comunale. Non per iniziativa della Giunta, ma per un’interrogazione del consigliere Bruno Prestìa, capogruppo di Per Chivasso, che ha costretto l’Amministrazione a guardare in faccia la realtà: una raccolta inefficiente, una vigilanza inesistente e un centro storico che ogni mattina si trasforma in una discarica a cielo aperto.
Prestìa non usa toni barricaderi, ma parole che pesano: «Il problema non è solo estetico, è igienico e reputazionale». Nella sua interrogazione, protocollata il 24 ottobre, elenca le vie simbolo della città — via Roma, via Torino, viale Cavour, viale Vittorio Veneto, via Matteotti — dove i marciapiedi diventano corridoi di rifiuti già dalle prime ore del mattino. Cassonetti pieni, sacchi abbandonati, odori e cartoni ammucchiati davanti alle vetrine. Uno spettacolo indegno per una città che ama definirsi “porta del Canavese”.
«Non è accettabile», scrive Prestìa, che chiede al sindaco e all’assessore all’Ambiente Fabrizio Debernardi di spiegare come intendano rimediare. Le sue domande sono semplici: quali misure per garantire il ritiro tempestivo dei rifiuti, se si stanno elaborando campagne di sensibilizzazione, e come si intende tutelare il commercio locale dal danno d’immagine provocato dalla sporcizia.

Cassonetti dei rifiuti in via Roma
Quando prende la parola, l’assessore Debernardi ringrazia il consigliere — «mi aiuta a mettere a fuoco le problematiche» — e prova a costruire un discorso rassicurante. Ma la sua replica, più che una risposta, somiglia a un lungo giro intorno al problema. Cita i numeri: «Ognuno di noi produce circa 400 chili di rifiuti l’anno». Parla dei “malcostumi di pochi”, dei cittadini che conferiscono in modo scorretto, dei mobili abbandonati in strada. Ricorda che esiste un servizio gratuito per gli ingombranti, «efficiente e rapido». E introduce un tema tecnico: la nuova regolamentazione di ARERA, che dal 2026 collegherà la tariffa alla qualità della raccolta.
Un intervento che suona come un manuale amministrativo: preciso nei dettagli, vago nelle soluzioni. Debernardi invita alla “collaborazione dei cittadini”, sottolinea che «stiamo cercando di migliorare il decoro» e chiude con un auspicio: «Mettere sempre più in minoranza quelli che non si comportano bene».
Prestìa non si accontenta. Ringrazia per la risposta, ma rimette il dito nella piaga. «Il problema non è l’inciviltà, è la raccolta», ribatte. E lo fa con esempi concreti: cassonetti ancora pieni a mezzogiorno, rifiuti davanti ai negozi quando le serrande si alzano, sacchi ammucchiati in via Roma e via Torino anche nei giorni di mercato o durante le manifestazioni. «Il commercio è già in sofferenza — osserva — tra strisce blu, ZTL e affitti alti. Se poi bisogna camminare tra i rifiuti, è chiaro che la gente si allontana».
Prestìa racconta episodi personali — minacce ricevute dopo aver segnalato un abbandono, chiamate ai carabinieri, discariche abusive lungo il canale del Bricel — e ribadisce che la situazione non si risolve con gli appelli alla buona educazione. Servono controlli e sanzioni. «I maleducati ci sono, ma se non ci sono le telecamere e non li si multa, continueranno a farlo. E intanto i bidoni restano in strada fino all’una».
Poi lancia una proposta: convocare una commissione per discutere il problema con tutto il Consiglio comunale e coinvolgere anche i commercianti. Una richiesta che sa di invito ma suona come un rimprovero: la Giunta non ha mai aperto un tavolo vero su un tema che riguarda la quotidianità di tutti.
A quel punto Debernardi torna a parlare, questa volta più diretto. «È vero, non è sostenibile che i bidoni restino davanti ai negozi fino a mezzogiorno», ammette. Promette di farsi “testimone” con i commercianti per risolvere la questione degli orari di raccolta, riconoscendo che in alcune zone sensibili la gestione è sbagliata. Ma subito riequilibra il discorso: «Chiederò anche la collaborazione dei negozianti, perché alcuni mettono fuori i cartoni fuori orario, anche il sabato pomeriggio».
E così, ancora una volta, la colpa finisce divisa tra cittadini e istituzioni, in una spirale di rimbalzi che non cambia la sostanza: la città resta sporca e nessuno se ne assume la responsabilità piena.
Nel frattempo, le immagini dei sacchi ammucchiati in via Roma continuano a circolare, le segnalazioni aumentano, e il problema resta esattamente dove l’ha lasciato Prestìa: sotto gli occhi di tutti.
Il dibattito in Consiglio mostra il volto consueto della politica locale: si attiva solo su sollecitazione, e spesso per giustificarsi più che per intervenire. L’assessore parla di prospettive future (il sistema ARERA del 2026), mentre i cittadini chiedono risposte oggi, davanti ai portoni e alle vetrine invase dai rifiuti. Prestìa chiede una revisione immediata degli orari di raccolta; Debernardi promette “ascolto” e “collaborazione”. Ma nessuno parla di un piano operativo, di controlli mirati o di sanzioni certe.
Eppure basterebbe poco: un coordinamento con Seta per anticipare i passaggi nel centro storico, telecamere nei punti più critici, campagne di sensibilizzazione fatte con continuità e non a spot. Soluzioni semplici, che da anni finiscono nei verbali e mai nei fatti.
Alla fine, la sensazione è quella di un déjà-vu: un Consiglio che discute ciò che i cittadini sanno già, una politica che insegue i problemi invece di prevenirli, e un centro storico che ogni giorno si risveglia tra sacchi, cartoni e odori.
In fondo, la vera notizia non è che ci siano i rifiuti in via Roma. La vera notizia è che serva un’interrogazione consiliare, un assessore sorpreso e una promessa di “collaborazione” per ammettere ciò che chiunque può vedere semplicemente affacciandosi alla finestra...

Rifiuti lasciati in strada nei viali
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