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Italia, anno del caos climatico: 2025 tra caldo mostruoso, tempeste record e zero termico in cielo

Dai 107 eventi estremi di marzo al dicembre “africano”: i meteorologi lanciano l’allarme definitivo

Da caldo eccezionale a 0 gradi a 4.000 metri a dicembre,2025 segnato da eventi estremi

Da caldo eccezionale a 0 gradi a 4.000 metri a dicembre,2025 segnato da eventi estremi

Il 2025 entra di diritto tra gli anni più estremi e irregolari della storia climatica italiana. Un anno in cui il Paese ha attraversato ogni sfumatura del caos atmosferico: ondate di calore eccezionali, zero termico a 4.000 metri in dicembre, alluvioni improvvise, trombe marine, nubifragi e picchi termici mai registrati prima. Secondo il Copernicus Climate Change Service (C3S)-Ecmwf, la temperatura media globale ha superato di 1,5-1,6 gradi l’era pre-industriale, collocando il 2025 tra i più caldi mai rilevati. Per l’Italia, si tratta di uno dei cinque anni più caldi dal 1800.

A tracciare il bilancio sono i meteorologi di iLMeteo.it, Lorenzo Tedici e Mattia Gussoni, che mettono in fila una sequenza impressionante di eventi. Tedici spiega la radice del problema: «Il Mar Mediterraneo è uno dei principali hotspot climatici del Pianeta, dove gli effetti del riscaldamento globale sono più rapidi ed evidenti: questo bacino si sta tropicalizzando. A causa delle temperature del mare in aumento, si accumulano enormi quantità di energia termica che alimentano fenomeni meteorologici estremi quali temporali violenti, nubifragi, trombe marine e le stesse ondate di caldo terrestri».

Ma il Mediterraneo non è l’unico segnato da una trasformazione profondissima. Anche le Alpi stanno mutando con una rapidità senza precedenti. Gussoni osserva: «Anche le Alpi risentono in modo drammatico della crisi climatica: i ghiacciai continuano a perdere massa e a ritirarsi a un ritmo preoccupante, mentre il permafrost si sta degradando, compromettendo la disponibilità idrica delle pianure e aumentando in modo significativo il rischio di frane e dissesti idrogeologici».

Il calendario meteorologico del 2025 sembra un bollettino di guerra. Dopo un Capodanno schiacciato dall’anticiclone africano, febbraio entra nei record con 36 eventi estremi in tre giorni, soprattutto sulla costa toscana. Poi arriva marzo, il mese che ribalta ogni statistica: 107 eventi estremi, il dato più alto registrato quest’anno nell’area mediterranea.

Aprile porta maltempo diffuso, frane e alluvioni, mentre maggio si apre con temperature che toccano i 30 gradi. Giugno viene classificato tra i più caldi di sempre, e luglio segna il picco dell’emergenza termica: allerta rossa in 18 città su 27. L’estate meteorologica, chiusa ad agosto, è una delle più torride di sempre.

Quando arriva l’autunno, la situazione non migliora. Settembre è segnato da alluvioni eccezionali in Lombardia; ottobre è l’unico mese con temperature sotto la media; novembre riporta alluvioni e neve in pianura; e a dicembre si riaffaccia l’anticiclone africano, trascinando lo zero termico a livelli incompatibili con la stagione.

Un anno che non lascia spazio a interpretazioni rassicuranti: la crisi climatica non è un concetto astratto, ma un processo misurabile, visibile, inarrestabile. E l’Italia è uno degli epicentri di questa trasformazione.

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