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Economia

La storica Italdesign venduta agli USA: applausi da Audi, allarme rosso dai sindacati

La nuova era Ust nasce tra celebrazioni ufficiali e denunce di “fuga di cervelli”

Italdesign finisce in mani americane: Audi incassa, la Fiom accusa e il futuro trema

Italdesign finisce in mani americane: Audi incassa, la Fiom accusa e il futuro trema

La svolta arriva dalla California ed è destinata a cambiare gli equilibri di uno dei nomi più iconici dell’ingegneria e del design automobilistico italiano. Audi ha venduto la maggioranza di Italdesign alla multinazionale statunitense Ust, colosso globale della tecnologia, dell’ingegneria e dell’intelligenza artificiale con una presenza rilevante anche in India. Una decisione che sposta l’assetto proprietario della storica azienda fondata da Giorgetto Giugiaro, pur lasciando un ruolo forte alle società già coinvolte: Lamborghini, attuale proprietaria, manterrà una partecipazione significativa, mentre Audi resterà partner strategico di lungo periodo, oltre a continuare a essere uno dei principali clienti.

La nuova proprietà ha garantito che non sono previsti né chiusure né tagli occupazionali. Una promessa ribadita per rassicurare un settore che osserva con attenzione ogni movimento degli equilibri industriali dell’automotive.

In una nota ufficiale, Geoffrey Bouquot, cto di Audi, definisce Italdesign «un partner prezioso nella nostra rete di sviluppo, contribuendo con competenze che spaziano dal design al prototipo e allo sviluppo di serie». Bouquot aggiunge: «Siamo certi che la nostra collaborazione continuerà a generare successo e risultati solidi sotto la nuova struttura proprietaria. Ust è il partner ideale per rafforzare le solide basi di Italdesign e aprire opportunità di mercato».

Dagli Stati Uniti arrivano parole altrettanto entusiastiche. Il ceo di Ust, Krishna Sudheendra, parla di un nuovo inizio: «Iniziamo questo nuovo capitolo insieme. Il nostro ruolo è sostenere la visione di Italdesign, onorarne l'eredità e portare nuove capacità che aiutino il team a crescere ulteriormente. Non vediamo l'ora di lavorare fianco a fianco con Italdesign e i nostri partner all'interno di Audi Group per costruire ciò che verrà».

A lui fa eco Antonio Casu, ceo di Italdesign Giugiaro: «Questa partnership porterà benefici a tutte le parti coinvolte. Consentirà a Italdesign di accelerare l'espansione del proprio portafoglio di servizi in nuovi mercati e di ottenere una penetrazione più profonda in diversi mercati internazionali». E dal fronte statunitense arriva un’ulteriore visione operativa con Gilroy Mathew, chief operating officer di Ust: «Siamo pronti a guidare il futuro dell'innovazione automobilistica. Insieme, collaboreremo con gli OEM globali per accelerare la loro evoluzione nell'era dei veicoli definiti dal software».

ANTONIO CASU, CEO ITALDESIGN

Ma mentre i vertici celebrano la partnership, la Fiom smorza l’entusiasmo e alza il livello di allarme. Il sindacato evidenzia che restano «incognite sul futuro e sulle prospettive industriali che finora un'eccellenza nazionale come Italdesign ha rappresentato nel campo dell'automotive e il mantenimento delle alte competenze e professionalità rappresentate dai lavoratori». E la denuncia non si ferma qui: «L'incertezza ha già portato alla dimissione di decine di ingegneri di alto profilo. Auspichiamo che queste incertezze vengano risolte al più presto, noi vigileremo e faremo di tutto perché questo avvenga. Non possiamo però non sottolineare ancora una volta la totale e imbarazzante assenza delle istituzioni regionali e nazionali, è un'altra occasione persa che speriamo non porti a conseguenze negative in futuro».

MANIFESTAZIONE E SCIOPERO NAZIONALE DEI METALMECCANICI (foto di repertorio)

Nella cornice più ampia, il gruppo Audi, tra i principali produttori globali nel segmento premium e lusso con i marchi Audi, Bentley, Lamborghini e Ducati, resta un partner strutturale. Con 22 stabilimenti in 13 Paesi e una presenza in oltre 100 mercati, impiega più di 88.000 lavoratori, di cui 55.000 solo in Germania. La cessione della maggioranza di Italdesign a Ust si inserisce dunque in una strategia globale più articolata, che punta a integrare competenze di design, prototipazione e software in un’industria automobilistica in piena trasformazione.

Resta però il nodo sollevato dalla Fiom: l’Italia sta perdendo un’altra eccellenza senza una chiara regia politica? E quale impatto avrà la nuova struttura proprietaria sul futuro del design automobilistico italiano? Domande ancora aperte, mentre Italdesign entra ufficialmente in una nuova era.

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