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Quando lo sport diventa incontro: il Fermi-Galilei di Ciriè scende in campo agli Special Olympics Games

A Lanzo una giornata di basket, inclusione e consapevolezza che segna gli studenti più di qualsiasi lezione

Quando lo sport diventa incontro: il Fermi-Galilei di Ciriè scende in campo agli Special Olympics Games

All’Istituto Albert di Lanzo, giovedì 5 dicembre, è andata in scena una di quelle giornate che ricordano perché la scuola non è soltanto un luogo di lezioni, verifiche e campanelli che suonano, ma un laboratorio di vita. Il Fermi-Galilei ha partecipato al torneo di basket degli Special Olympics Games, portando con sé un gruppo di studenti accompagnati dal professor Morandi, e trasformando una semplice partita nel simbolo più concreto della Giornata internazionale delle persone con disabilità, celebrata il 3 dicembre.

Fin dall’arrivo in palestra, l’atmosfera era diversa da quella dei classici tornei scolastici. Non si respirava l’ansia della competizione né la tensione dei punteggi: a prevalere era un’energia collettiva fatta di sorrisi, incoraggiamenti spontanei, strette di mano tra compagni e avversari. Gli studenti del Fermi-Galilei hanno subito capito che non stavano partecipando a una gara qualunque, ma a un’esperienza capace di cambiare prospettiva. Nel loro sguardo si è accesa la sorpresa di chi scopre che lo sport, quando è davvero inclusivo, parla un linguaggio nuovo, immediato, comprensibile senza bisogno di spiegazioni.

L’iniziativa, voluta per dare valore concreto alla ricorrenza del 3 dicembre, ha permesso ai ragazzi di misurarsi con coetanei che portano abilità differenti, storie diverse, modalità uniche di stare in campo. Il parquet della palestra ha così accolto un mosaico di gesti, sensibilità e caratteri che, mescolati insieme, hanno dato forma alla migliore definizione possibile di collaborazione. Ogni passaggio, ogni rimbalzo, ogni tentativo di andare a canestro è diventato un piccolo esercizio di ascolto, attenzione e rispetto. Una partita capace di insegnare più di molte lezioni teoriche.

Gli Special Olympics nascono proprio con questa missione: ricordare che lo sport non crea divisioni, ma le colma. Il campo, quando è vissuto con questo spirito, non ammette barriere né etichette: conta l’impegno, la voglia di partecipare, il coraggio di provarci, la gioia di farlo insieme. È un’idea semplice, quasi disarmante nella sua evidenza, ma ogni anno continua a sorprendere chi partecipa per la prima volta a queste iniziative, perché restituisce la dimensione più vera dello sport: quella che unisce, accoglie e rende possibile ciò che altrove sembra difficile.

Per gli studenti del Fermi-Galilei la giornata di Lanzo si è trasformata in un viaggio dentro valori che spesso restano parole astratte: inclusione, sensibilità, consapevolezza, empatia. In palestra, tutto questo è diventato azione: un compagno da aiutare a rialzarsi, un avversario da applaudire, un canestro segnato che vale più per il sorriso che porta sul volto di chi lo realizza che per il tabellone. Il professor Morandi, che ha accompagnato la delegazione, ha osservato i ragazzi misurarsi con una maturità nuova, capaci di leggere ciò che accadeva oltre il risultato.

A rendere la giornata ancora più significativa è stata la cura dell’organizzazione da parte dell’Istituto Albert, che ha accolto studenti, docenti e volontari con un’attenzione speciale. Nulla è stato lasciato al caso: dalla predisposizione degli spazi alla gestione delle squadre, fino ai momenti di condivisione fuori dal campo, tutto è stato pensato per far sentire ogni partecipante parte di un’unica comunità sportiva. Una comunità che non bada alle differenze, ma le utilizza come motore di crescita collettiva.

Gli alunni del Fermi-Galilei hanno risposto con entusiasmo, sensibilità e senso di responsabilità, diventando a loro volta protagonisti di un messaggio che la scuola porta avanti da anni: lo sport non è un accessorio del percorso educativo, ma un elemento essenziale per costruire cittadini più consapevoli. La partecipazione a questi eventi permette di uscire dall’abitudine, di guardare l’altro con occhi diversi, di scoprire che la diversità non è un ostacolo, ma un’occasione per imparare qualcosa in più su se stessi.

Alla fine del torneo, il risultato è passato in secondo piano. A dominare è stato il racconto di ciò che è rimasto nei ragazzi: emozioni intense, consapevolezze nuove, la sensazione di aver preso parte a qualcosa di più grande della semplice giornata sportiva. Un’esperienza che si porta a casa, che continua a lavorare dentro, che costruisce futuro.

Un ringraziamento speciale va all’Istituto Albert per l’organizzazione impeccabile, ai volontari per la dedizione, e soprattutto agli studenti che hanno rappresentato il Fermi-Galilei con una partecipazione capace di unire entusiasmo e delicatezza. Perché giornate come questa ricordano che la scuola è davvero un ponte: un ponte che si attraversa insieme, passo dopo passo.

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