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10 Dicembre 2025 - 18:08
Caluso lascia Carolina senza autobus: quattro anni di lavori per isolare una frazione intera
Dopo la soppressione “temporanea” della fermata della linea 265 al bivio di Carolina nel gennaio 2021, la frazione si è ritrovata in una condizione che nessuno aveva realmente previsto: senza alcun collegamento pubblico, non per un guasto improvviso o per una decisione emergenziale, ma per una serie di scelte progettuali, valutazioni tecniche e rimpalli istituzionali che hanno finito per cancellare un servizio essenziale. Quello che era nato come un provvedimento momentaneo legato ai lavori ANAS sulla statale 26 si è trasformato in una situazione strutturale: Carolina, dopo i lavori, è rimasta completamente tagliata fuori dal trasporto pubblico.
La dinamica si comprende ripercorrendo la catena degli eventi. Quando Arriva-Sadem comunicò la sospensione delle fermate del bivio Boschetto, del bivio Carolina e del bivio Vallo, la motivazione apparve comprensibile: l’ampliamento della carreggiata rendeva impossibile garantire la sosta in sicurezza. Ma già in quei primi giorni pochi colsero l’elemento che avrebbe determinato tutto il resto: la sospensione avveniva senza che fosse stata immaginata un’alternativa, senza un piano che garantisse a studenti e pendolari un percorso protetto verso altre fermate, senza un impegno formale a ripristinare il servizio una volta conclusi i lavori. La frazione rimase così immediatamente priva del suo unico punto di accesso al trasporto pubblico.
Nel febbraio 2021 arrivano le prime risposte degli enti coinvolti e lì emerge il punto di rottura. ANAS comunica che la fermata non è stata inserita nel progetto di ampliamento perché “non risultava esistente” al momento dei sopralluoghi. Una spiegazione che crea un paradosso: la fermata esisteva nell’uso quotidiano ma non esisteva nelle carte. Gli autobus si erano sempre fermati, gli studenti vi salivano e scendevano ogni giorno, ma l’assenza di una palina ufficiale aveva reso quel servizio invisibile ai documenti progettuali. Una circostanza che si rivelerà decisiva: se una fermata non esiste per la progettazione, non potrà essere ripristinata dopo i lavori, perché nessuno l’ha prevista.
La Regione Piemonte risponde parlando di problemi di sicurezza legati alla statale, lasciando intendere che il ripristino della fermata avrebbe comunque richiesto ulteriori valutazioni. Il Comune di Caluso afferma di aver avviato un confronto con Arriva per valutare soluzioni alternative, ipotizzando perfino una modifica del percorso che consentisse ai mezzi di entrare in frazione. Ma nulla di quanto annunciato si traduce in atti concreti. Passano settimane, poi mesi, poi anni, e Carolina rimane priva di un autobus.

Il triennio 2022–2024 è quello in cui il “temporaneo” si trasforma nel “definitivo” senza che nessuno lo dichiari apertamente. Non ci sono comunicazioni pubbliche, non ci sono aggiornamenti sullo stato dei lavori, non viene prodotta alcuna analisi per individuare una soluzione. Semplicemente, il servizio non torna e se torna lo fa a singhiozzo. Nel frattempo, gli abitanti continuano a percorrere a piedi tratti di statale privi di marciapiede, mentre i più giovani devono raggiungere le fermate di Vallo o di Arè, lontane e non collegate da percorsi protetti. È la fotografia di un isolamento che non è frutto di un incidente amministrativo, ma della somma di molti silenzi.
Nell’autunno del 2025, una nuova richiesta dei cittadini riporta il problema al centro della scena. Arriva risponde spiegando che la fermata è ancora sospesa e che il suo ripristino potrà avvenire solo dopo autorizzazione del Comune, ma “la cui tempistica non è nota”. Una frase che, a quattro anni dalla sospensione, conferma che non esiste alcun piano per restituire alla frazione un servizio minimo di mobilità. L’assenza di una data non è un dettaglio tecnico: è la prova che la fermata non rientra più nell’orizzonte operativo dei soggetti coinvolti.
A dicembre 2025 arriva infine la comunicazione ufficiale del Comune di Caluso, che chiude definitivamente la vicenda. Dopo sopralluoghi con ANAS, Arriva, l’Agenzia della Mobilità Piemontese e la Polizia Locale, viene stabilito che non è possibile ripristinare la fermata: mancano gli spazi adeguati per garantire la sosta degli autobus, la conformazione della strada non consente adattamenti compatibili con le norme, e nessuna delle soluzioni alternative esplorate appare praticabile. Gli abitanti vengono invitati a utilizzare altre fermate.
Il nodo principale emerge con chiarezza: durante i lavori, Carolina ha perso la sua fermata; dopo i lavori, non ha più trovato il modo di recuperarla; e nel progetto non era mai stata prevista. Quando la carreggiata è stata ampliata, quando è stata costruita la rotatoria, quando il tracciato è stato ridisegnato, non è stato riservato nemmeno un metro per il trasporto pubblico. La frazione è rimasta fuori dalla progettazione prima ancora di rimanere fuori dalle corse.
E così, nella pratica, resta una domanda più grande della singola vicenda locale: è accettabile che nel 2025, dopo un’opera pubblica finanziata e completata, un’intera frazione rimanga senza trasporto pubblico? Carolina non chiede nuovi servizi, non chiede investimenti speciali, non chiede deviazioni complesse. Chiede semplicemente di tornare ad avere ciò che aveva prima dei lavori: una fermata, un autobus, un collegamento.
Un bisogno essenziale che nessuno è riuscito — o ha voluto — garantire.

In direzione Chivasso hanno messo dei new Jersey

In direzione Ivrea c'è una piazzola di sosta

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