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10 Dicembre 2025 - 11:46
Valnontey blindata per il gipeto: chiuse le cascate di ghiaccio e stop agli arrampicatori per salvare la coppia nidificante del Gran Paradiso
La Valnontey torna a essere un territorio off-limits per gli appassionati di arrampicata su ghiaccio. La decisione arriva dall’Ente Parco Nazionale Gran Paradiso, che ha confermato anche per la stagione riproduttiva 2025-2026 la necessità di istituire una vasta area di protezione assoluta attorno al complesso rupestre scelto dalla coppia di gipeti che da anni nidifica con successo nel versante valdostano del parco. La coppia, ormai stanziale e regolarmente riproduttiva, ha infatti optato nuovamente per lo stesso sito della Valnontey, rendendo indispensabile una serie di limitazioni alle attività umane in uno dei comprensori più celebri per l’ice climbing in Italia.
La zona interessata comprende nove cascate di ghiaccio, tra le più note e frequentate dagli scalatori, un patrimonio naturale che nel corso dell’inverno attira appassionati da tutta Europa. Il divieto riguarda la frequentazione diretta, la salita e qualsiasi forma di attività ravvicinata, incluse osservazioni fotografiche, riprese video e accessi esplorativi. L’obiettivo è uno soltanto: garantire il massimo silenzio e la totale assenza di disturbo durante un momento particolarmente delicato del ciclo vitale del gipeto, la cui stagione riproduttiva si estende dall’autunno fino alla fine di luglio.
Oltre al divieto di accesso, l’Ente Parco ha stabilito anche l’interdizione al sorvolo con velivoli o droni, salvo situazioni di comprovata emergenza, a tutela di una specie che reagisce con estrema sensibilità alla presenza antropica. Una reazione che può mettere in pericolo non solo l’incubazione delle uova, ma anche le prime fasi di vita dei giovani, in un arco temporale in cui ogni disturbo può risultare fatale.
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Il gipeto (Gypaetus barbatus), noto anche come “avvoltoio degli agnelli”, è una delle specie più rare delle Alpi. Inserito nella Red List della IUCN con status Vulnerable, è oggetto da decenni di programmi di conservazione internazionale che hanno permesso il ritorno stabile della specie in alcuni territori alpini dopo il rischio di estinzione del secolo scorso. La Valle d’Aosta rappresenta oggi uno dei presidi più importanti per il progetto di conservazione. La coppia stabile della Valnontey è considerata un nucleo riproduttivo di rilievo, sia per la costanza dei successi riproduttivi, sia per la collocazione strategica dell’area.
La Valnontey, nel pieno della stagione invernale, è un magnete per gli scalatori. Le sue pareti, rese celebri dalle strutture verticali di ghiaccio e dalle colate monumentali che attirano esperti e appassionati, generano tuttavia un disturbo significativo per la fauna rupicola. La vicinanza tra le vie di arrampicata e l’area scelta dal gipeto per il nido è un elemento critico che negli ultimi anni ha costretto il Parco a misure sempre più stringenti. L’istituzione della zona di protezione non è una novità, ma una conferma della necessità di bilanciare la fruizione sportiva della montagna con la tutela di una specie fragile, preziosa e capace di riprodursi solo in condizioni di assoluta tranquillità.
Il Corpo di Sorveglianza dell’Ente Parco, come ogni anno, avrà un ruolo chiave nella gestione dei divieti. Gli agenti effettueranno monitoraggi regolari, con appostamenti e controlli mirati per verificare il rispetto del perimetro di interdizione. Un lavoro delicato, che non riguarda solo chi tenta di salire una delle cascate vietate ma anche coloro che, ignari della presenza del nido, si avventurano nella zona per scopi fotografici o naturalistici. Le violazioni comportano sanzioni previste dalla normativa nazionale sulle aree protette, in un quadro che mira non tanto alla punizione quanto alla prevenzione di comportamenti dannosi.
Le restrizioni resteranno in vigore fino alla conclusione della stagione riproduttiva, prevista per la fine di luglio. Il nido, come avviene da anni, sarà sorvegliato a vista durante tutto il periodo, con l’obiettivo di documentare eventuali nuovi successi riproduttivi e valutare l’efficacia delle misure di tutela. La presenza di una coppia stabile rappresenta un indicatore importante dello stato di salute dell’ecosistema della Valnontey e dell’intero versante valdostano del Parco Nazionale Gran Paradiso. È una presenza che testimonia la qualità ambientale di un territorio che ha saputo mantenere caratteristiche idonee a ospitare una specie tanto affascinante quanto esigente.
La decisione dell’Ente Parco arriva in un contesto più ampio, in cui le aree protette dell’arco alpino stanno affrontando la sfida di conciliare la crescente popolarità degli sport outdoor con la conservazione della fauna selvatica. L’ice climbing, in particolare, è un’attività in forte espansione, capace di attirare un numero crescente di praticanti. Le colate della Valnontey, tra le più apprezzate e tecnicamente rilevanti d’Europa, si trovano però in un ambiente fragile, dove ogni rumore, presenza o movimento può alterare l’equilibrio necessario a specie come il gipeto.
Il Parco, nelle ultime stagioni, ha lavorato anche sul fronte della comunicazione, sensibilizzando alpinisti e turisti sull’importanza del rispetto delle zone interdette. Molti climber hanno risposto con senso di responsabilità, rivedendo itinerari e programmando salite alternative. Proprio per questo motivo, il mantenimento del dialogo con associazioni e gruppi sportivi rappresenta un elemento essenziale per garantire, nel lungo periodo, una convivenza tra fruizione sostenibile e tutela naturalistica.
Il gipeto, con la sua apertura alare che può superare i due metri e mezzo, è una figura simbolica dell’immaginario alpino. Osservarlo in volo sopra le pareti della Valnontey è un’esperienza che restituisce il senso profondo della wilderness di questo territorio. Ma perché questo spettacolo continui, è indispensabile proteggere ogni fase della riproduzione, consentendo alla coppia di portare a termine la cova e l’allevamento dei piccoli senza interferenze.
Nelle prossime settimane, come accade ogni anno, i primi segnali dell’attività riproduttiva verranno registrati dal personale del Parco. La speranza è che anche la stagione 2025-2026 possa confermare il successo delle precedenti, garantendo un nuovo incremento della popolazione alpina di gipeto. Ogni nidiata, in questa specie, rappresenta un traguardo prezioso.
La Valnontey, intanto, continuerà a vivere il suo inverno in una forma diversa: meno affollata, più silenziosa, restituita temporaneamente alla sua natura più intima. Un sacrificio per alcuni, una necessità per molti, un investimento per tutti. Perché il ritorno del gipeto sulle Alpi è una storia di rinascita che riguarda l’intero Paese. Preservarne il futuro significa accettare che, almeno per qualche mese, anche la montagna deve poter respirare senza rumore.
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