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12 Ottobre 2025 - 13:58
Il gigante delle Alpi torna protagonista: una conta europea unisce valli, parchi e cittadini per il Gipeto
Alle prime luci del mattino, con il naso all’insù e i binocoli puntati, decine di appassionati hanno seguito il volo lento e maestoso del gipeto. Un gesto semplice che, moltiplicato per centinaia di punti d’osservazione in tutta Europa, diventa scienza, tutela e futuro. Sabato 11 ottobre si celebra lo IOD - International Observation Day, la giornata europea dedicata al censimento dell’avvoltoio barbuto (Gypaetus barbatus), giunta alla ventesima edizione e coordinata dalla Rete Internazionale di Monitoraggio del Gipeto (IBM) sotto l’egida della Vulture Conservation Foundation (VCF).
Lo IOD si svolge in contemporanea su un ampio mosaico di aree del centro-sud Europa: l’Arco Alpino (monitorato dal 2006), il Massiccio Centrale francese (dal 2012), i Pirenei (dal 2016), alcune zone della Spagna (dal 2017) e della Bulgaria (dal 2018). L’obiettivo è unificare i dati sulle popolazioni europee di gipeto, valutare la distribuzione, l’età degli individui e i tassi di sopravvivenza, e misurare l’efficacia dei programmi di reintroduzione in corso.
Ieri, in Piemonte, la partecipazione è stata concreta e diffusa: decine di volontari, guardiaparco, carabinieri-forestali e personale della Città Metropolitana di Torino hanno presidiato le vallate, dalla val Pellice fino alla valle di Susa. Il coordinamento è stato affidato ai Parchi Alpi Cozie e all’Unione Montana del Pinerolese, con un obiettivo chiaro: contare gli esemplari presenti nei cieli e contribuire, con dati solidi, alla conservazione di una specie simbolo delle Alpi. È la comunità che diventa sentinella del territorio, e la scienza che si apre al contributo dei cittadini.
Il progetto coinvolge una fitta trama di enti e parchi europei, testimonianza di una collaborazione transfrontaliera che funziona: Regione Valle d’Aosta, Parco Nazionale Gran Paradiso, Parco Alpi Cozie, Parco Naturale Alpi Marittime, Conservatoire d’espaces naturels de Haute-Savoie, Parc national de la Vanoise, Parc national du Mercantour, Parc naturel régional du Vercors, Vautours en Baronnies, Parc national des Écrins, Parc national des Cévennes, Parc naturel régional du Queyras e Parco regionale della Corsica.
Nel 2024 il censimento ha coinvolto 7 Paesi, con 789 postazioni, oltre 1.100 avvistamenti e più di 1.400 osservatori. Numeri che raccontano un impegno crescente e, soprattutto, un cambio di passo culturale: le osservazioni non solo alimentano i database, ma promuovono consapevolezza sull’importanza degli avvoltoi per ecosistemi sani, contribuendo a correggere una percezione spesso ingiustamente negativa.
Gli avvoltoi svolgono un ruolo ecologico essenziale: consumando carcasse e rifiuti organici, riducono il rischio di diffusione di malattie tra fauna selvatica, bestiame e uomo. La loro presenza è un indicatore di equilibrio ecologico. Tutelarli significa investire sulla salute dei territori.
LE QUATTRO SPECIE EUROPEE
Gipeto (Gypaetus barbatus): riconoscibile per la “barba” scura sotto il becco e un’apertura alare fino a 3 metri, si nutre prevalentemente di ossa. La popolazione alpina conta oggi circa 500 individui, con diverse coppie nidificanti.
Grifone (Gyps fulvus): la specie più comune, piumaggio chiaro e testa con piumino bianco; vive in colonie e si nutre dei tessuti molli delle carcasse.
Avvoltoio monaco (Aegypius monachus): il più grande d’Europa, solitario, bruno scuro, con apertura alare superiore ai 3 metri. Popolazioni frammentate in Spagna, Grecia, Balcani e Turchia; programmi di recupero in corso sulle Alpi e nei Carpazi.
Capovaccaio (Neophron percnopterus): il più piccolo e migratore, bianco con estremità alari nere; nidifica nel Sud Europa e sverna in Africa subsahariana. Progetti di reintroduzione in corso nel Vercors, in Francia.
Dal 2005 esiste anche la International Vulture Awareness Day (IVAD), celebrata il primo sabato di settembre. In questo solco si inserisce la proposta dei Parchi Alpi Cozie, insieme alla LIPU Torino: domenica 12 ottobre, al Parco Naturale del Gran Bosco di Salbertrand, un percorso tematico su avvoltoi e aquile con guide, attività didattiche, giochi e letture per bambini. Un invito a conoscere per proteggere.
L’attuale traguardo è collegare le popolazioni alpine di avvoltoi a quelle della Penisola Iberica, favorendo continuità ecologica e diversità genetica. Il cammino passa da un’alleanza ampia — governi, ONG, comunità locali, imprese — che rende questo percorso uno dei progetti di reintroduzione più significativi degli ultimi 50 anni. Un modello che dimostra come la cooperazione, supportata da dati e partecipazione, possa restituire ai cieli europei i loro grandi spazzini naturali.
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