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09 Dicembre 2025 - 09:34
Federica Pellegrini racconta la paura per la figlia colpita da convulsioni febbrili: «Occhi in su, respiro che si fermava»
È un messaggio scritto senza filtri, quello che Federica Pellegrini ha pubblicato questa mattina su Instagram. Un “caro diario” che diventa sfogo, confessione e necessità di dare un nome alla paura vissuta nelle ultime ore. La figlia della campionessa è stata colpita da nuove convulsioni febbrili, un evento improvviso e traumatico che per la terza volta ha messo in allarme l’intera famiglia.
La crisi è arrivata mentre la bambina dormiva. La febbre è salita all’improvviso, così rapidamente da non lasciare il tempo di intervenire subito con la Tachipirina. «Dopo un minuto è andata in blocco… occhi in su, testa indietro e respiro che pian piano si fermava», scrive Pellegrini. Una scena durissima da raccontare, prima ancora che da vivere. Il tempo — aggiunge — si è dilatato in una manciata di secondi che sono sembrati interminabili.
A riportarla alla reattività è stato un gesto istintivo: un asciugamano bagnato per provare ad abbassare la temperatura. Intanto la madre e la nonna tentavano di mantenerla sveglia, mentre la tensione saliva. «Mia mamma le ha cantato tutte le canzoncine che sapeva in direzione ospedale», ricorda l’ex nuotatrice, restituendo la fragilità di un momento in cui ogni dettaglio, persino una melodia, può diventare un appiglio.
La famiglia è in ospedale da ieri. In queste ore è arrivato anche il padre, volato dalla Polonia per stare accanto alla piccola. Il post si chiude con l’immagine dell’attesa: quella di poter tornare a casa, di farle fare tutti gli accertamenti necessari, di “lasciarsi alle spalle” l’ennesimo spavento. E soprattutto con un desiderio semplice, quasi sussurrato: «Speriamo non capiti più, cuore mio».
Federica Pellegrini — icona dello sport italiano, abituata a gestire pressioni enormi — sceglie così di condividere una paura che è quella di molti genitori di fronte a episodi improvvisi e difficili da controllare. E lo fa con una sincerità che colpisce, perché è il racconto diretto di un momento in cui non esistono medaglie, palmarès o ruoli pubblici: solo la vulnerabilità di una madre davanti alla sofferenza della propria bambina.
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