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Tra Stura e Banna un cantiere strategico ripensa l’idraulica locale e rafforza la protezione del territorio

Opere strutturali, tecnologie di controllo e interventi coordinati per affrontare piogge sempre più intense

Foto d'archivio

Foto d'archivio

Ha preso il via il cantiere per la messa in sicurezza del reticolo idrografico compreso tra i torrenti Stura di Lanzo e Banna, un’area strategica sul fronte idraulico e infrastrutturale che interessa da vicino l’industria locale e alcune delle zone più sensibili del territorio. I lavori, avviati con la chiusura della stagione irrigua e l’asciutta programmata dei canali, rappresentano il cuore operativo di un progetto atteso da anni e formalizzato nel protocollo d’intesa del marzo 2021 tra i Comuni di Cirié, San Maurizio Canavese, Caselle e il Consorzio Riva Sinistra Stura .

Per Cirié l’investimento è rilevante: 1 milione di euro destinato a un intervento che non consiste in una semplice manutenzione straordinaria, ma nella riprogettazione completa del nodo idraulico situato nella zona industriale all’inizio di strada Coasso. È qui che si incrociano il canale di ritorno di Cirié e il canale di San Maurizio, un punto delicato da anni per ragioni sia strutturali sia operative.

L’intervento cardine consiste nella deviazione della “gora” di San Maurizio, che verrà spostata a valle dell’attraversamento di via Grande Torino, per poi intersecare il canale di ritorno di Cirié e proseguire in un tratto intubato, fino a raccordarsi con la tubazione esistente. Una modifica che cambia radicalmente l’assetto del nodo e permette un’accessibilità finalmente adeguata, evitando al personale del consorzio irriguo le difficoltà legate alla collocazione attuale, situata all’interno di un’area privata.

La progettazione è stata pensata per garantire maggiore controllo dei flussi, grazie a un sistema di paratoie modernizzato e gestibile anche da remoto attraverso il telecontrollo. Il canale deviato manterrà le stesse dimensioni dell’esistente, ma con un fondo e sponde in calcestruzzo armato, più idonei a resistere alle sollecitazioni idrauliche e a facilitare gli interventi di manutenzione.

L’assessore ai Lavori Pubblici Aldo Buratto sottolinea nel comunicato come la deviazione del canale a monte del nodo permetterà “vari benefici”: «l’immissione all’interno del nodo idraulico avverrà in verso concorde alla corrente proveniente dal canale di Cirié; inoltre, il canale potrà disporre anche di un’adeguata zona per il passaggio dei mezzi per la manutenzione ordinaria» . Un dettaglio tecnico che sintetizza lo spirito dell’intervento: ridurre criticità, prevenire accumuli e consentire una gestione più moderna del sistema irriguo.

La presenza, a valle dell’intervento, di un lungo tratto intubato e di numerose utenze irrigue ha reso necessario anche l’inserimento di uno sgrigliatore oleodinamico automatizzato, una struttura capace di trattenere materiali solidi trasportati dalla corrente sia in condizioni ordinarie sia durante la “morbida”, ossia le fasi di aumento non estremo del flusso. Il sistema, progettato per la rimozione regolare dei detriti, è un tassello essenziale per prevenire ostruzioni che potrebbero compromettere il deflusso.

L'assessore ai Lavori Pubblici, Aldo Buratto

Il sindaco Loredana Devietti Goggia inserisce l’intervento in un quadro più ampio, ricordando come i fenomeni meteo estremi impongano ai territori politiche più efficaci di prevenzione idraulica: «Si tratta di lavori importanti anche in considerazione dei cambiamenti climatici in atto e delle conseguenze che piogge eccessive ed improvvise potrebbero avere sul nostro territorio. È sempre più necessario che i Comuni lavorino in sinergia per effettuare politiche di protezione del territorio efficienti ed efficaci, in accordo con gli altri enti come il Consorzio Riva Sinistra Stura» .

Devietti Goggia ringrazia inoltre il personale tecnico comunale e la dirigente Maria Teresa Noto per il contributo dato sin dalla fase di progettazione, ricordando come la buona riuscita dell’intervento nasca anche dalla cooperazione interistituzionale. Il cronoprogramma prevede la conclusione dei lavori entro marzo 2026, con il pieno ripristino della funzionalità idraulica dei canali coinvolti.

Si tratta dunque di un’opera che non interviene soltanto sugli equilibri del territorio, ma anche sulla capacità della città di prepararsi a un contesto climatico e idraulico sempre più instabile. Un investimento che guarda al futuro e che riafferma la necessità di coniugare infrastrutture, manutenzione e innovazione tecnologica in un territorio dove ogni derivazione d’acqua, ogni canale e ogni nodo idraulico sono parte di un sistema complesso e delicato.

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