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05 Dicembre 2025 - 12:04
Addio agli spiccioli in chiesa: a San Maurizio le offerte diventano digitali e la tradizione si piega allo smartphone
Niente più monete frusciate tra le dita, niente banconote infilate alla svelta nella cassetta di legno. A San Maurizio Canavese, la beneficenza cambia volto e diventa digitale, con un salto in avanti che sta già modificando abitudini, gesti e perfino il rapporto quotidiano con la parrocchia.
Da qualche settimana, all’ingresso della chiesa di San Maurizio Martire, accanto alla tradizionale cassettina delle offerte, spicca un Qr code. Un cartello lo annuncia con precisione: è attivo il servizio Satispay per effettuare le donazioni. Una soluzione semplice, immediata, pensata per un mondo in cui lo smartphone è ormai sempre in tasca e il contante sempre meno presente.
Si tratta di un cambiamento tutt’altro che marginale. La digitalizzazione entra in uno degli spazi più tradizionali della comunità, portando con sé un nuovo modo di sostenere la vita parrocchiale. Non più il gesto improvvisato e silenzioso della moneta, ma una donazione tracciabile, istantanea, trasferita direttamente sul conto corrente della parrocchia. È la carità 2.0, che si allea con la tecnologia senza perdere la sua funzione sociale.
Il sistema funziona anche nella chiesa di Ceretta, dove il mondo dell’oratorio e del catechismo aveva già manifestato l’esigenza di poter utilizzare strumenti moderni per contribuire alle attività parrocchiali. Le donazioni digitali avevano già sostenuto la raccolta fondi necessaria ai lavori di ristrutturazione della casa parrocchiale, rafforzando l’idea che questo modello possa essere uno strumento utile per una comunità in movimento.

Non è un caso che il Canavese stia diventando un territorio particolarmente sensibile a questa trasformazione. Sistemi analoghi sono già attivi nelle parrocchie di Nole, Ciriè, Borgaro, Leini e Mappano, in alcuni casi con ottimi risultati in termini di partecipazione e trasparenza. L’idea, dopotutto, è semplice: se chi frequenta l’oratorio, i gruppi giovani e le messe domenicali usa il telefono per tutto – pagare un caffè, acquistare un biglietto, ricaricare una tessera – perché non utilizzarlo anche per le offerte?
Il processo si inserisce in un contesto più ampio: recentemente il Governo ha aperto anche alla possibilità di effettuare donazioni in chiesa con il bancomat, avvicinando l’Italia a una pratica già consolidata in diversi Paesi europei. Per farlo servirebbe l’iscrizione delle parrocchie al Registro del Terzo Settore, un passaggio che al momento non tutte le realtà sono pronte a compiere, ma alcune sperimentazioni sono già in corso. A Reggio Emilia e Guastalla, ad esempio, sono stati installati totem dotati di lettori Pos: un modello che registra ogni offerta, consente di monitorare in tempo reale i fondi disponibili e rende più semplice la gestione delle attività caritative.
Questa rivoluzione, inevitabile nel mondo dei pagamenti, investe ora anche gli spazi della spiritualità quotidiana. Monete e banconote stanno lasciando spazio a carte, app e strumenti digitali, modificando persino l’immaginario della beneficenza. La vecchia scusa di non avere spiccioli in tasca inizia a perdere terreno. E non è un dettaglio.
Il passaggio al digitale apre una doppia prospettiva. Da un lato, rende più immediata e consapevole la donazione: si può contribuire in pochi secondi, anche con importi piccoli, senza la pigrizia del gesto rimandato. Dall’altro introduce una trasparenza inedita: ogni offerta lascia traccia, ogni somma è verificabile, ogni fondo è contabilizzato senza discrepanze, rafforzando la fiducia nella gestione delle risorse destinate alle opere parrocchiali.
La domanda che si affaccia oggi è se questo modello diventerà lo standard delle parrocchie del futuro. Il mondo digitale, del resto, è già entrato nelle case, nei negozi, nei rapporti con la pubblica amministrazione. La chiesa, crocevia di tradizioni, comunità e innovazione silenziosa, potrebbe essere il prossimo luogo dove la modernità trova una sua forma compatibile con la ritualità del passato.
Certo, resta il valore simbolico della cassetta di legno, che probabilmente continuerà a vivere come memoria di un tempo in cui i gesti erano più lenti e le monete avevano un peso più marcato. Ma a San Maurizio il cambiamento è già realtà: la beneficenza cammina con lo smartphone in mano e la comunità sembra pronta a seguirla. Una rivoluzione discreta, ma destinata a incidere.
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