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Busano riscopre la sua memoria: il nuovo libro di Vilma Marchetto ridà voce ai testimoni del ’900

Nel salone parrocchiale la presentazione di «I testimoni raccontano», un viaggio tra ricordi familiari, testimonianze raccolte durante il Covid e frammenti di vita del borgo nei primi cinquant’anni del Novecento

Busano riscopre la sua memoria: il nuovo libro di Vilma Marchetto ridà voce ai testimoni del ’900

Busano riscopre la sua memoria: il nuovo libro di Vilma Marchetto ridà voce ai testimoni del ’900

Sabato 29 novembre 2025, alle 15.30, il salone parrocchiale di Busano aprirà le porte a un viaggio nelle radici più intime del paese. La Biblioteca di Busano presenta infatti il volume «I testimoni raccontano – Abitudini di vita nel borgo di Busano nei primi 50 anni del 1900», il nuovo lavoro di Vilma Marchetto, che dopo anni di ricerche riporta alla luce la memoria quotidiana di una comunità attraversata dalla povertà, dalla guerra, dalla ricostruzione e da quella straordinaria capacità di resistere che ha segnato le generazioni del secolo scorso.

Il libro nasce come naturale prosecuzione della precedente pubblicazione dell’autrice, «I documenti raccontano». Ma questa volta Marchetto sente che non basta affidarsi agli archivi: per capire davvero come si viveva a Busano nella prima metà del Novecento occorre ascoltare le voci, i ricordi, gli sguardi di chi quel mondo lo ha vissuto o lo ha respirato attraverso i racconti familiari. Una scelta che però si scontra subito con una difficoltà imprevista. «Nel momento in cui ho pubblicato il precedente libro I documenti raccontano, mi sono resa conto che sarebbe stato utile raccontare la vita passata usando testimonianze personali – spiega l’autrice – Purtroppo, ho avuto la sfortuna di incappare nel periodo del Covid e nelle restrizioni che ne sono derivate. Era difficile incontrare le persone e soprattutto quelle più anziane, che avevano vissuto a lungo i primi 50 anni di 1900, o li avevano sentiti raccontare. Questo ha rallentato la stesura del volume».

La ricerca, tuttavia, non si ferma. Marchetto continua a tessere pazientemente una rete di incontri, colloqui, chiacchiere informali, appuntamenti improvvisati o organizzati con cura. È un mosaico che si compone lentamente, e spesso basta un dettaglio emerso per caso per illuminare un’intera pagina di storia locale. «Col tempo, in modo a volte informale e casuale, a volte organizzato, sono riuscita a raccogliere molte testimonianze. Spesso, anche da un incontro casuale poteva nascere un particolare che arricchiva il testo. Ho fatto confronti per verificare che le testimonianze raccolte concordassero. Dove incontravo “contraddizioni”, continuavo con la mia ricerca, ma ciò che non sono riuscita ad appurare con certezza non l’ho considerato per il testo».

Il risultato è un lavoro accurato, concreto, rispettoso della memoria, che affonda le radici nei ricordi familiari dell’autrice. I nonni prima, i genitori poi, le hanno trasmesso le storie di un tempo segnato dalla paura e dall’incertezza. «"I testimoni raccontano" è frutto di un certosino lavoro che parte dai ricordi familiari, visto che ho avuto la fortuna di avere molti racconti in famiglia legati al 1900, grazie ai nonni, anche se sono scomparsi presto, e poi ai miei genitori – afferma Marchetto – Il tema, quando ero piccola, più frequente era sempre la guerra e il timore che ritornasse a segnare le vite di tutti. Era l’ansia, l’assillo, il tormento di quel tempo».

Il libro diventa così non solo un racconto di Busano, ma un invito a guardare indietro per capire meglio il presente. Un gesto contro la tendenza – sempre più diffusa – a vivere soltanto l’oggi, dimenticando quanto il passato possa spiegare il nostro modo di essere. «Considerando che, spesso, si vive quasi esclusivamente il presente, un po’ snobbando il passato, ho voluto rimetterlo al centro dell’attenzione, perciò ho dedicato il libro: A tutti coloro che desiderano conoscere il mondo che li ha preceduti per meglio comprendere se stessi e il nostro oggi».

La presentazione del 29 novembre non sarà soltanto un evento culturale, ma un’occasione per ritrovare un pezzo di identità collettiva, recuperare storie che rischiavano di perdersi e restituire voce a chi ha costruito le fondamenta della comunità di oggi. Una memoria che torna viva, grazie a una ricerca paziente e a un lavoro che restituisce dignità alle piccole storie che fanno la grande storia di un paese.

asfa

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