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Gaia e Bibi, il sogno in sella: dalla paura al podio dei Campionati Italiani

A 15 anni la giovane amazzone di Settimo conquista il secondo posto a Travagliato. Una storia di cadute, coraggio, un naso rotto e una cavalla difficile che è diventata la sua metà

Gaia e Bibi, il sogno in sella: dalla paura al podio dei Campionati Italiani

Gaia e Bibi, il sogno in sella: dalla paura al podio dei Campionati Italiani

Si comincia sempre così: per gioco. Una bambina di sette anni, Gaia Giordano, che vive a Settimo Torinese e un giorno decide di salire in sella. Niente di epico, niente di programmato: solo piccole lezioni a San Gillio, qualche giro nel maneggio, una carezza timida ai pony. Poi, però, accade quella cosa misteriosa che capita solo agli sport veri: senza accorgersene, il gioco comincia a trasformarsi in passione. E la passione, un giorno, diventa un sogno ostinato, uno di quelli che ti si incastrano dentro e non li togli più: avere un cavallo tutto suo.

Per inseguire quel sogno, Gaia e la sua famiglia iniziano un piccolo pellegrinaggio tra maneggi: prima Gassino, poi San Gillio, ora San Francesco al Campo. Ogni luogo è una tappa, ogni trasferimento una promessa rinnovata. Ma è a Gassino che succede l’incontro che cambierà tutto. Una cavalla dal nome elegante e il carattere tosto, Brianna, per tutti Bibi. Non è la cavalla che ti sceglie al primo sguardo. Anzi, con Gaia l’inizio è un disastro: nervi, malintesi, passi falsi. Zero sintonia.

Poi arriva quel giorno. Uno di quelli che rimangono tatuati nella memoria. Gaia cade, si fa male sul serio, si rompe il naso. Sangue, dolore, paura vera. Una cavalla difficile da leggere, da capire, da ascoltare. Chiunque, a quindici anni, direbbe basta. Chiunque tranne lei. Perché Gaia, quel giorno, non si arrende. Rimonta. Continua la gara. Con il naso che pulsa. Con gli occhi che bruciano. Con la voglia di non mollare che è più forte del dolore. È così che si capisce che uno sport è diventato parte di te.

E per giorni non riesce nemmeno ad avvicinarsi a Bibi. Le tremano le mani, le batte il cuore. Ma c’è una voce dentro di lei che insiste, che non la lascia in pace: “Lei è la cavalla che voglio.” E quando una voce interiore parla con quella chiarezza, è impossibile ignorarla. Così Gaia fa quello che fa chi crede nei sogni: convince i genitori. Li trascina nella sua testardaggine dolcissima. E poi, il giorno del suo compleanno, quel sogno prende forma. Bibi non è più un’idea, un esperimento, un tentativo: è sua. Davvero sua.

bibi

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Il resto è un viaggio condiviso. Sotto la pioggia, nel vento, con il fango sulle caviglie e il fiato corto dopo gli allenamenti. Cambiano maneggio, cambiano istruttori, ma non cambia mai il legame. Gaia e Bibi diventano una cosa sola: la cavalla che un tempo le incuteva paura diventa la sua forza, la sua compagna, la sua metà.

Poi arrivano le gare. I campionati regionali di ginkana Isha: risultati sempre migliori, la consapevolezza che sì, forse ci si può credere davvero. E nasce un nuovo obiettivo, ancora più grande, ancora più folle: i Campionati Italiani di Travagliato. Gaia ci pensa, ci ripensa, si allena, si allena ancora. E il giorno in cui arriva lì, in quel campo enorme, con la divisa addosso e lo stomaco stretto, capisce che quello non è un giorno qualunque.

Ansia. Paura. Agitazione. Ma soprattutto felicità. Una felicità piena, pulita, che ti prende la gola. Gaia entra in campo e smette di pensare. Parla a Bibi, la guida, la incoraggia. Sono loro due, contro il tempo, contro tutto.

E il risultato arriva. Enorme, gigantesco, più grande di quello che sognava: Reserve Champion, secondo posto ai Campionati Italiani, secondo posto nella Coppa delle Regioni con il Piemonte. Un trionfo che la fa tremare. Un trionfo che profuma di sacrifici e rivincite.

Grazie a questo risultato, conquista anche il passaggio alla patente B, un gradino che significa una cosa soltanto: il futuro è appena cominciato.

Oggi Gaia si allena con il suo istruttore, Pietro Asinari, con la stessa determinazione che l’ha portata fin qui. E racconta la sua storia sorridendo, con quella luce negli occhi che hanno solo i ragazzi che non hanno mai smesso di credere ai propri sogni.

Perché i sogni, quando li insegui davvero, alla fine ti raggiungono. E ti cambiano la vita.

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