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Il gioco del "Monopoli" conquista Torino: la città finisce sul tabellone e diventa leggenda

Presentata al Grattacielo Piemonte l’edizione torinese del gioco più iconico del pianeta: una versione scintillante, bilingue e tutta da scoprire, dove la città si reinventa casella dopo casella, tra grattacieli, musei, eccellenze e orgoglio piemontese

Il gioco del "Monopoli" conquista Torino: la città finisce sul tabellone e diventa leggenda

Il gioco del "Monopoli" conquista Torino: la città finisce sul tabellone e diventa leggenda

Torino finisce sul tabellone più famoso del pianeta e lo fa con stile, ambizione e un pizzico di sano orgoglio sabaudo. Al Grattacielo della Regione Piemonte è stata infatti presentata la nuova “Monopoly – Edizione Torino”, la versione che trasforma la città in un percorso di caselle da conquistare, attraversare, vivere e – in puro spirito torinese – analizzare con quello sguardo un po’ critico e un po’ affettuoso che qui non manca mai. L’iniziativa è firmata da Delta Pictures su licenza Hasbro – Winning Moves, con il sostegno di Regione Piemonte, Città di Torino Turismo Torino e Provincia. A guidare la presentazione ci hanno pensato Giulia Burgay del Gruppo Delta Pictures e il sempre impeccabile Franco Ferraro, caporedattore di SkyTg24, che ha moderato l’incontro accompagnando il pubblico dentro la nuova avventura torinese su tabellone.

torino

Ma per capire la portata dell’evento bisogna fare un salto indietro. Monopoly non è un gioco: è il gioco. È un’icona culturale globale, nata da un’idea rivoluzionaria nel 1904 quando Elizabeth Magie inventò “The Landlord’s Game” per spiegare, in modo quasi profetico, i rischi dei monopoli e della concentrazione del potere immobiliare. Un gioco nato come critica sociale che, ironia della storia, sarebbe poi diventato il simbolo planetario del capitalismo da tavolo. Solo negli anni ’30, nel pieno della Grande Depressione, il progetto prese la forma che conosciamo grazie a Charles Darrow, che lo portò alla Parker Brothers nel 1935 e diede il via a un fenomeno globale: oltre un miliardo di persone, in 114 Paesi, hanno tirato quei dadi almeno una volta. E adesso, tra New York, Londra, Parigi e Tokyo, c’è anche Torino.

Ed ecco allora la città entrare in gioco – letteralmente – con un’edizione bilingue italiano/inglese che mette insieme storia, architettura, eccellenze culturali, innovazione e un’identità urbana che sa essere elegante senza prendersi troppo sul serio. Tra le caselle spicca il Grattacielo Piemonte, scelto dalla Regione come simbolo di modernità, efficienza e uso responsabile delle risorse pubbliche. Non solo un edificio, quindi, ma la dichiarazione di una città che non si limita più a guardare il suo glorioso passato industriale: adesso vuole giocarsi anche il presente, e possibilmente vincere.

Il tabellone torinese è una mappa emotiva: non solo vie e monumenti, ma scorci riconoscibili, luoghi che raccontano, posti che chi vive la città sente propri. È un invito a riscoprire Torino con gli occhi di chi ci gioca per la prima volta, trasformando un momento di divertimento in un piccolo viaggio urbano. E quello che colpisce è la coralità del progetto: istituzioni, imprese, realtà culturali, operatori turistici. Tutti insieme per comporre un’istantanea della città che non è “perfetta”, ma è vera, complessa, stratificata, storica e contemporanea allo stesso tempo. Una Torino che si fa gioco e che nel gioco rivela il suo carattere.

E non poteva essere altrimenti per una città che da decenni ha un rapporto speciale con la cultura pop, la produzione, l’innovazione. C’è l’orgoglio dell’industria, la raffinatezza dell’architettura, la solidità delle istituzioni, la spinta verso il futuro. Il fatto che Torino entri ufficialmente nel linguaggio universale del Monopoly – quel mix inimitabile di strategia, fortuna e “paga l’affitto e non lamentarti” – è un riconoscimento culturale, prima ancora che un divertissement.

La nuova “Monopoly – Edizione Torino” è disponibile nei principali rivenditori, librerie, negozi di giocattoli e online, distribuita da KarMa Logistica. È più di un regalo, più di un oggetto da tenere in salotto, più di un gioco da tavolo: è un modo per portarsi a casa un pezzo di città. O, se si preferisce, per venderla comprare e rivenderla come se fossimo tutti piccoli imprenditori urbani pronti a costruire case e alberghi tra Porta Nuova e il Quadrilatero. Con un dado in mano e Torino negli occhi.

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