Non era ancora nata quando il management di Fonsai, secondo le accuse della procura di Torino, truccava i bilanci a favore della famiglia Ligresti. Eppure la compagnia Unipolsai, da ieri, colleziona il poco invidiabile primato di essere presente in un processo in tutte le vesti possibili: imputata, persona offesa e responsabile civile. L'ultimo tassello di questo paradossale mosaico giudiziario è stato incastrato dal tribunale di Torino, che ha ammesso la citazione della società come responsabile civile nella causa penale contro Salvatore Ligresti e altri quattro imputati. In caso di condanna potrebbe essere chiamata a indennizzare le numerose parti civili, nella stragrande maggioranza piccoli azionisti. Ma nel medesimo processo figura anche come parte civile: quindi i danni potrebbe anche chiederli. E non è finita qui. In un fascicolo sul caso Fonsai che da Torino è stato recentemente trasferito a Milano per competenza territoriale, Unipolsai compare in qualità di imputata come "persona giuridica" insieme fra gli altri a Paolo Gioacchino Ligresti, figlio dell'ingegnere di Paternò. Unipolsai, che fa parte del gruppo assicurativo Unipol ed è una delle compagnie leader in Italia, è stata creata ufficialmente nel dicembre del 2013 attraverso la fusione con la galassia di Fondiaria-Sai. I fatti contestati dalla procura di Torino risalgono al 2010 e al 2011, ma le norme prevedono che in questi casi le società nuove possano essere chiamate a scontare i 'peccati' di quelle vecchie. E la giurisprudenza ammette anche il doppio profilo di parte civile e responsabile civile. Qui, poi, il profilo è addirittura triplo. Il processo torinese a Salvatore Ligresti riprenderà il 18 luglio. Saranno le parti civili a decidere di citare o meno Unipolsai, ma tutto lascia prevedere che non si lasceranno sfuggire l'occasione. I pm Marco Gianoglio e Vittorio Nessi contestano le accuse di false comunicazioni sociali e manipolazione dei mercati. Nel mirino c'è un presunto escamotage sui bilanci Fonsai, la sottovalutazione della voce "riserva sinistri", che avrebbe permesso alla famiglia Ligresti di intascare illecitamente dividendi per decine e decine di milioni.
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