AGGIORNAMENTI
Cerca
Per chi suona la campana
16 Novembre 2025 - 09:15
Cristóbal López Romero
L’affermazione per cui una religione vale l’altra e nessuna è vera è un luogo abbastanza comune e si sente dire spesso, appunto, tra la gente comune. Ma non era mai successo che una proposizione del genere comparisse sulle labbra addirittura di un cardinale di Santa Romana Chiesa. Eppure ciò è avvenuto con grande disinvoltura da parte dell’arcivescovo di Rabat (Marocco), Sua Eminenza il cardinale Cristóbal López Romero.
Ecco le sue testuali parole: «Occorre abbandonare il falso schema “religione vera, religione falsa”. Nessuna religione può appropriarsi della verità, come se fosse l’unica proprietaria. Nessuna possiede la verità; semmai è la verità a possederci tutti e in ogni religione ci sono dei bagliori di verità».
Insomma, Gesù, Buddha, Maometto, Visnù ecc. si equivalgono, ognuno ha un pezzetto di verità. Ma cerchiamo di capire meglio. Per i cristiani Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo; per gli islamici, Gesù Cristo è solo un uomo. Non vi può allora essere dubbio che, se Gesù Cristo non è Dio, la pretesa cristiana porterebbe l’uomo all’idolatria: adorare come Dio una creatura anziché il Creatore significa adorare un falso dio, e ciò obbliga logicamente a definire quella religione come falsa.
Ma se invece Gesù Cristo è Dio, allora considerarlo un uomo, quantunque ispirato, significa non riconoscere Dio, e una tale religione non può che essere definita falsa. La cosa diventa ancora più complessa se si applica il principio alle religioni politeistiche: o ci sono molti dei oppure esiste un solo Dio. In questo secondo caso, tutte le religioni politeistiche conducono ad adorare false divinità.

Insomma, il fatto che vi siano «bagliori di verità» in ogni religione non è sufficiente per abrogare la dicotomia vero/falso di una religione, allo stesso modo in cui la presenza di elementi di verità in un racconto non è sufficiente per impedire di definire falso quel racconto.
Facciamo un esempio.
Giovanni ha una relazione extraconiugale e, dopo aver trascorso il pomeriggio con l’amante, passa a trovare l’amico Giuseppe. Tornato a casa, la moglie domanda al marito dove fosse stato; egli risponde di essere stato con l’amico Giuseppe, il quale lo può confermare. Nel racconto di Giovanni ci sono certamente dei «bagliori di verità», ma è anche palese che quella non è la verità e che il suo racconto è falso e ingannevole, perché ha omesso non solo una parte della verità, ma la sua sostanza.
Evidentemente Sua Eminenza ha qualche problema con il principio di non contraddizione o, semplicemente, con la logica.
* Frà Martino
Chi è Fra Martino? Un parroco? Un esperto di chiesa? Uno che origlia? Uno che si diverte è basta? Che si tratti di uno pseudonimo è chiaro, così com’è chiaro che ha deciso di fare suonare le campane tutte le domeniche... Ci racconta di vescovi, preti e cardinali fin dentro ai loro più reconditi segreti. E non è una santa messa ma di sicuro una gran bella messa, Amen
Edicola digitale
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.