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15 Novembre 2025 - 19:23
Ivrea si prepara allo sciopero del 28 novembre: lavoratrici e lavoratori contro l’economia di guerra
Il Comitato Ivrea per la Palestina torna a riunirsi e rilancia la mobilitazione in vista dello sciopero generale del 28 novembre, indetto dai sindacati di base. L’appuntamento è per lunedì 17 novembre, alle 20.30, presso la Libreria Sottobosco di via Quattro Martiri 12, dove si terrà la seconda assemblea aperta dedicata alla costruzione di un fronte comune di lavoratrici e lavoratori contro quella che il Comitato definisce “economia di guerra”.
Il messaggio è diretto: la guerra non si combatte soltanto nei teatri di conflitto come Gaza, Sudan o Ucraina, ma attraversa anche il tessuto sociale italiano. Secondo il Comitato, gli effetti delle scelte politiche nazionali – soprattutto in relazione alla nuova legge finanziaria – si traducono in un peggioramento concreto delle condizioni di vita, dei salari e dei diritti. “Ci chiedono sacrifici per una guerra tra nazioni che non è la nostra”, spiegano gli organizzatori, accusando apertamente il governo di aver scelto la strada delle spese militari a scapito del lavoro e dei servizi pubblici.
La partecipazione allo sciopero del 28 novembre viene così presentata come un primo passo verso una mobilitazione più ampia, che proseguirà con lo sciopero del 12 dicembre. L’obiettivo dichiarato è quello di costruire un fronte trasversale che superi sigle, appartenenze e confini sindacali, per mettere al centro la questione sociale e il rifiuto delle logiche belliche: salari più alti, meno precarietà, più diritti.
L’assemblea del 17 novembre arriva a pochi giorni dal corteo del 15 novembre, che nelle strade di Ivrea ha visto una presenza definita “ampia e appassionata”. Durante la manifestazione il Comitato ha ribadito la propria visione politica: lo sfruttamento economico e il genocidio sono due facce della stessa medaglia, legate da un filo che unisce “colonizzazione interna ed esterna”, conflitti imperialisti e guerre sociali combattute ogni giorno nei luoghi di lavoro.
Questa seconda assemblea vuole essere dunque un momento di approfondimento e confronto, per raccogliere le proposte emerse nel primo incontro e trasformarle in un percorso condiviso. Il metodo indicato è quello del dialogo e dell’organizzazione dal basso, con l’obiettivo di “un cambiamento sociale reale”, sostenuto dalla solidarietà tra diverse categorie del mondo del lavoro.
Il messaggio finale del Comitato è netto, e campeggia sia sulle locandine sia nel comunicato ufficiale:
“Non vogliamo pagare la guerra. Giù le armi, su i salari.”

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