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14 Novembre 2025 - 23:09
Jovanotti accende la sua “Arca di Lorè” contro la cupezza globale: a Roma presenta il nuovo album Niuiorcherubini e annuncia un doppio tour mondiale fino al Circo Massimo (Foto IG)
«Viviamo tutti con una sensazione di catastrofe imminente e ho deciso di reagire, andare a cercare il mondo e non aspettare che venga da me». Con queste parole Jovanotti ha presentato sul palco del Teatro della Cometa, a Roma, il nuovo capitolo del suo percorso artistico: un album registrato in sei giorni a New York, un tour mondiale, un ritorno monumentale al Circo Massimo e un progetto musicale pensato come un’Arca contemporanea capace di sfidare l’aria cupa dei tempi.
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Il nuovo disco, Niuiorcherubini, uscirà il 20 novembre con Island Records. È nato in una settimana di jam session, incisi in presa diretta su nastro analogico, senza sovraincisioni né correzioni, nell’ottobre 2025. «È un album molto ritmico, molto funk, divertente, che riflette la mia voglia di musica. Non aspettatevi un disco da cantautore, è un disco da funky preacher», racconta Jovanotti. Nei brani ci sono «due o tre canzoni romantiche», ma il cuore è nel “preaching” alla James Brown e Blues Brothers, «un modo di fomentare l’allegria». «Non ci trovate soluzioni ai nostri tempi nelle parole, ma ci sono modi per affrontare i nostri tempi anche danzando laddove è possibile».
Dal disco all’Arca. Il 2026 sarà l’anno del progetto live L’Arca di Lorè – Jova Summer Party, che riporterà l’artista in un doppio viaggio tra mondo e Italia, con finale il 12 settembre al Circo Massimo: «Un approdo poco prima del mio sessantesimo compleanno, nella mia città», sorride. «Stiamo condividendo un periodo di tacito sconforto, di paura, siamo dentro quello che chiamo il marketing della depressione», dice. Un clima aggravato da «ansia, polarizzazione, estremismi e la nuova santa inquisizione dei social network». Ma lui non ci sta: «Io nasco come dj, a me piace far ballare le persone, voglio vedere gente allegra intorno a me. Non mi piace ricattare il pubblico con i grandi messaggi quando si entra nello spazio-tempo di un concerto».
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L’Arca di Lorè, da febbraio a luglio, porterà la band in luoghi mai battuti prima: Brisbane, Adelaide, Kinshasa, Pula, Monaco. Da agosto partirà il Jova Summer Party 2026, con un itinerario pensato soprattutto per il Sud: Sardegna (7 agosto a Olbia), Puglia, Calabria, Campania, Abruzzo. Sarà una grande festa itinerante «lunga una giornata, colorata, imprevedibile, mai conformista». E sempre in chiave green, alimentata da energia rinnovabile. Cambia invece il formato: non più le spiagge, «per evitare ancora notizie false di inquinamento e devastazione da parte nostra». «Abbiamo avuto 16 denunce, nessuna è andata oltre il primo esame, perché avevamo organizzato le cose benissimo», precisa l’artista. Stavolta gli spazi saranno aree dismesse ripensate ad hoc, con una produzione mastodontica: cibo, luci, visual, accoglienza.
Gli spostamenti tra una tappa e l’altra saranno in bici: nasce così il Jovagiro, versione sostenibile e contemporanea del mitico Cantagiro degli anni ’60. «Allora il mezzo supercool era la decappottabile, oggi è la bicicletta», racconta.
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E poi, ancora, l’idea dell’Arca come metafora: «Rifletto su cosa vogliamo portare nel futuro, lo chiederò anche al pubblico». Perché non si tratta solo di musica, ma di un invito a non arrendersi a quella cupezza globale che Jovanotti vuole scavalcare con la luce degli occhi e con la sua energia: «A me interessa partorire il nuovo, non stare dentro la crisi, ma osservarla e cercare le possibili vie d'uscita».
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