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L’Italia del rugby sfida i campioni del mondo: a Torino arriva la corazzata Springboks per un duello che può riscrivere la storia

Dopo l’Australia gli azzurri cercano l’impresa impossibile: Brex promette “battaglia vera”, Quesada pretende orgoglio davanti all’Allianz Stadium gremito

Federazione Italiana Rugby

Federazione Italiana Rugby (Facebook)

L’abbagliante presenza di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz sulle strade di Torino non basterà a oscurare l’arrivo degli Springboks, la nazionale sudafricana campione del mondo, attesa domani all’Allianz Stadium per uno dei test match più duri e affascinanti della stagione. L’Italia si presenta con un carico di fiducia inedito dopo la vittoria di sabato scorso a Udine contro l’Australia, un successo che ha rimescolato le aspettative e riacceso il sogno di un confronto meno sbilanciato rispetto alle pesanti sconfitte dell’ultima estate sudafricana: 40-24 e 45-0 contro una squadra azzurra priva di molti titolari.

Ora il gruppo guidato dal ct Gonzalo Quesada è quasi al completo — manca soltanto Michele Lamaro — e il capitano Juan Ignacio Brex non nasconde l’ambizione di vedere un’Italia diversa, coraggiosa e presente, capace almeno di giocarsela. In conferenza stampa, dopo il team run allo Stadium, Brex ha raccontato la sensazione che ha attraversato lo spogliatoio negli ultimi giorni: «Abbiamo sensazioni positive, arrivando da una partita che ci ha resi orgogliosi. Ma quella è il passato e ora dobbiamo affrontare i migliori al mondo. Ci prepariamo per una vera battaglia non solo dal punto di vista fisico ma anche mentale».

La forza del Sudafrica, secondo il capitano, sta nell’imprevedibilità e nella profondità della rosa: «Possono sfidarci nell’uno contro uno a contatto ma anche decidere di allargare il gioco ed esplorarci al largo. Noi dovremo mantenere il possesso e fare ciò che sappiamo fare quando abbiamo la palla». Brex respinge l’idea che la scelta del ct sudafricano Rassie Erasmus — che ha cambiato 11 giocatori su 15 rispetto alla vittoria sulla Francia — sia un segnale di sottovalutazione: «Loro mantengono sempre lo stesso livello e sfruttano tutte le partite alla ricerca della profondità. Noi dovremo farci trovare pronti per qualunque loro piano di gioco».

La lettura coincide con quella dello stesso Quesada, secondo cui il rivale vuole tenere altissima la motivazione interna, evitando che i giocatori più abituati alle grandi sfide entrino meno carichi contro l’Italia. «Erasmus vuole evitare che i giocatori più abituati alle partite importanti, molto motivati con le altre big, arrivino meno carichi contro l’Italia e così mette in campo chi vuole emergere e dà tutto il potenziale che ha», ha spiegato il ct azzurro. E ha sintetizzato l’unico comandamento valido per domani: «Giocare con tutto il carattere e l’orgoglio di farlo in Italia, davanti al nostro pubblico. Abbiamo voglia di essere molto fieri di quello che avremo fatto alla fine della partita».

Sul campo di Torino non ci sarà solo un test match: ci sarà un confronto culturale, fisico e simbolico contro la squadra più forte del pianeta. Una sfida che l’Italia, stavolta, ha almeno il diritto di immaginare.

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