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Affitti brevi, spopolamento, città in crisi: all’Anci nasce l’agenda comune sulla casa mentre brilla Silvia Salis

Ministri e sindaci provano a ricucire la frattura tra grandi centri e aree interne

 Silvia Salis

Silvia Salis

All’assemblea dell’Anci la seconda giornata cambia ritmo: sfumano le polemiche iniziali e prende forma una discussione più compatta, con un obiettivo che unisce territori molto diversi tra loro. È la casa, in tutte le sue declinazioni, il tema che gli amministratori locali hanno portato con forza sul tavolo e che diversi ministri hanno raccolto, dopo che il presidente dell’Anci Gaetano Manfredi lo aveva messo al centro della sua relazione d’apertura, subito rilanciato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il tema è vasto e attraversa questioni che non si assomigliano: le grandi città affrontano pressioni legate al turismo e all’aumento della domanda, mentre i piccoli comuni e le aree interne combattono lo spopolamento e la mancanza di opportunità abitative. Nella platea dell’Anci questa distanza è apparsa evidente, ma anche la volontà di cercare un terreno comune. A catalizzare l’attenzione è stata la sindaca di Genova Silvia Salis, vera superstar della giornata: intervento applaudito in plenaria e una lunga processione di colleghi in cerca di un selfie o di una stretta di mano tra i padiglioni della fiera.

La dimensione europea entra prepotentemente nella discussione con le parole del commissario europeo Raffaele Fitto, che richiama la necessità di un approccio coordinato: «La politica della casa è una competenza degli Stati membri. La Commissione Europea la sta affrontando con un approccio concreto, operativo e anche con la possibilità di indirizzare le risorse nel modo più efficace possibile». Fitto ricorda la revisione di medio termine del programma di coesione, che permette di aumentare le risorse disponibili, e anticipa la nuova agenda europea per le città: «Il 75% dei cittadini europei vive nelle grandi aree urbane e questo pone una serie di questioni collegate alla casa, ma affronteremo anche la grave situazione delle aree rurali interne dove c’è l’effetto opposto, c’è lo spopolamento».

Il tema degli affitti brevi divide e unisce al tempo stesso: nelle metropoli il turismo di massa genera tensioni sociali, mentre nelle aree interne rappresenta un’occasione di sviluppo. La ministra del Turismo Daniela Santanché rivendica il lavoro svolto: «Il lavoro che ha fatto questo governo sugli affitti brevi mai nessuno l’aveva fatto. Per una volta il nostro sistema Italia sugli affitti brevi sta funzionando. Più che dell’overtourism, io mi sto occupando dell’undertourism, ovvero del 96% del territorio nazionale dove ci sono pochi turisti e dove ci sono bellezze pazzesche».

Anche il ministero del Lavoro e del Welfare è coinvolto nella partita. La ministra Marina Calderone sottolinea la difficoltà di garantire mobilità interna dei lavoratori senza un adeguato numero di alloggi disponibili a costi sostenibili: «Una delle difficoltà, soprattutto nel momento in cui è necessario azionare la mobilità interna delle persone, è legata alla disponibilità di alloggi che siano anche disponibili a condizioni economiche sufficientemente vantaggiose. Su questo stiamo lavorando, anche per valutare in che modo possiamo riprogrammare parte delle nostre risorse proprio con questa finalità».

L’agenda per la casa, dunque, diventa un punto di convergenza politica. Lo confermano assessori e assessori alle politiche abitative di oltre quaranta città italiane, protagonisti dell’alleanza municipalista per il diritto alla casa: «Siamo contenti della centralità che ha finalmente assunto la casa nell’agenda politica, confermata dagli interventi del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella».

Domani è prevista la chiusura dei lavori, con gli interventi di Antonio Tajani, Giancarlo Giorgetti, Matteo Piantedosi, Pietro Giuli e Francesco Lollobrigida, prima delle conclusioni affidate al presidente Gaetano Manfredi.

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