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La scuola che fa crescere davvero: dentro la Federico Albert. Una scuola viva, moderna, comunitaria

Laboratori, territorio e relazione: così nasce una comunità educativa. La tradizione Albertina che dialoga con la modernità

La scuola che fa crescere davvero: dentro la Federico Albert. Una scuola viva, moderna, comunitaria

La scuola che fa crescere davvero: dentro la Federico Albert. Una scuola viva, moderna, comunitaria

Ci sono scuole che insegnano materie. E poi ci sono scuole che insegnano a crescere. La Scuola Media Paritaria Federico Albert di Lanzo Torinese appartiene senza esitazioni alla seconda categoria: un luogo dove ogni ragazzo trova spazio, stimoli, attività, relazioni e strumenti per scoprire chi è. Qui l’educazione non è una formula da applicare, ma un percorso che si costruisce giorno per giorno, insieme. Ed è questo clima, fatto di attenzione, creatività e cura, che rende l’Albert qualcosa di più di un semplice edificio scolastico: una comunità vera.

La sensazione si percepisce già all’ingresso, dove i volti dei ragazzi parlano più di qualsiasi manifesto. C’è la serenità di chi si sente visto, ascoltato, accompagnato. C’è l’energia di una scuola che non si limita a trasmettere nozioni, ma che mette in moto immaginazione, manualità, curiosità. C’è l’impronta storica delle Suore Albertine, certo, ma la loro eredità vive soprattutto nel metodo: educare con intelligenza, rigore, dolcezza e concretezza. Un equilibrio raro.

Nella quotidianità della scuola si alternano ore di studio e momenti di scoperta. L’aula lettura, ad esempio, non è una stanza silenziosa ma un piccolo salotto culturale dove i ragazzi imparano la bellezza di un libro, l’emozione di una storia, il piacere di leggere davvero. Il Centro certificato Trinity introduce all’inglese e alla musica in modo naturale, giocoso, partecipato: si canta, si parla, si ascolta, si costruiscono competenze reali. Non un “corso”, ma una porta aperta sul mondo.

La tecnologia è uno dei fili conduttori del progetto educativo. Qui l’informatica non è un laboratorio isolato, ma un linguaggio che attraversa tutte le materie. Programmazione, robotica, ricerche, strumenti digitali: i ragazzi imparano a usare la tecnologia non per consumare, ma per creare. Stesso spirito nei laboratori di scienze, dove provette, materiali, piccoli esperimenti e osservazioni dirette trasformano la teoria in esperienza. Capire significa toccare, provare, sbagliare, riprovare.

Il laboratorio di arte e tecnologia è un concentrato di manualità e fantasia: colori, materiali, legno, plastica, stampanti 3D convivono senza gerarchie. Si costruisce, si inventa, si progetta. E nel laboratorio musicale, tra tastiere, pianoforti e batterie, i ragazzi scoprono una verità semplice: la musica non è solo talento, è disciplina, ascolto, armonia. Le competenze si imparano, la passione cresce insieme.

A fare la differenza, però, è ciò che succede fuori dalle aule. Per la Albert il territorio non è uno sfondo, ma un’estensione naturale della scuola. Escursioni tra colline moreniche, visite a musei, parchi, strutture scientifiche. Viaggi di istruzione di più giorni, pensati per far respirare cultura, storia, natura. E naturalmente lo stage sulla neve durante le vacanze di Carnevale: una tradizione che mette insieme sport, autonomia, responsabilità e complicità tra compagni.

Lo sport, alla Albert, non è un “optional”. È parte integrante dell’identità della scuola. Judo, pattinaggio, atletica, sport di squadra, equilibrio, equiturismo, tiro con l’arco. Una varietà che permette a ogni ragazzo di trovare la disciplina che gli assomiglia. Non solo per competere, ma per conoscersi. Le giornate sportive all’aperto sono momenti di gioco, certo, ma anche di scoperta dei propri limiti e delle proprie forze.

Il programma didattico 2025/2026 porta con sé due progetti che raccontano meglio di qualsiasi slogan lo spirito della scuola. “La scuola è di tutti”, in collaborazione con la RSA San Filippo Neri, mette in dialogo generazioni lontane ma complementari. Ragazzi e anziani insieme, durante lezioni comuni, per scoprire che la conoscenza è sempre un ponte. È un progetto di civiltà prima ancora che di didattica.

Il secondo progetto, dedicato alla lingua inglese, nasce dalla collaborazione con l’associazione AIESEC del Politecnico di Torino. Giovani universitari provenienti dal Brasile e dalla Grecia entrano nelle classi durante le lezioni, le ricreazioni e i pomeriggi, trasformando l’inglese in un’esperienza viva. Nessun esercizio ripetitivo, ma dialogo, curiosità, accenti diversi, confronti culturali. L’apprendimento come incontro.

Nelle giornate di Open Day del 22 novembre, 13 dicembre e 10 gennaio, la scuola si mostra con sincerità. Le famiglie percorrono le aule, osservano i laboratori, parlano con docenti e studenti. E quasi sempre escono con la stessa impressione: qui i ragazzi sono al centro, davvero. Non come slogan, ma come pratica quotidiana.

La Media Albert è dunque un luogo che educa alla responsabilità, all’autonomia, alla creatività. Una scuola che non rinuncia alla solidità delle materie, ma aggiunge relazioni, competenze, esperienze. Una scuola che chiede ai ragazzi di impegnarsi, certo, ma che promette in cambio di accompagnarli nella parte più delicata della crescita: scoprire chi si è, con quali passioni, con quali possibilità.
E forse è questa la vera ricchezza dell’Albert: insegnare che crescere è un viaggio da affrontare insieme, con serietà e con sorriso.

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