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12 Novembre 2025 - 10:06
Porno online, entra in vigore la stretta: nuove regole da oggi, mercoledì 12 novembre
Da oggi, mercoledì 12 novembre, scatta la stretta sul porno online. Per entrare su uno dei 48 siti con contenuti per adulti servirà dimostrare di avere più di diciott’anni. È la nuova misura voluta dall’Agcom, in applicazione del Digital Services Act europeo, per impedire ai minori di accedere ai portali pornografici. Ma a una settimana dall’entrata in vigore, nel settore regna il caos.
La normativa prevede che la verifica dell’età non venga fatta direttamente dai siti, ma da soggetti terzi certificati – operatori telefonici, banche o aziende che già gestiscono dati anagrafici – per garantire la tutela dei minori senza violare la privacy degli utenti.
In teoria, il sistema funziona grazie a un principio di “doppio anonimato”: chi verifica l’età non conosce il sito visitato e il sito non conosce l’identità dell’utente. In pratica, però, a poche ore dal debutto del nuovo meccanismo, regna la confusione.
Molti gestori italiani di piattaforme per adulti non hanno ancora ricevuto linee guida operative, né istruzioni tecniche su come implementare i sistemi di verifica. E così, nel giorno in cui la misura entra in vigore, oggi, martedì 12 novembre, si ritrovano a navigare a vista.
«La notizia la conoscevamo da mesi — raccontano Enrico e Maria Giovanna, titolari di un piccolo sito indipendente di distribuzione porno — ma nessuno ci ha detto concretamente come adeguarci».
Davanti alle webcam con cui gestiscono la loro attività, la voce è calma ma il tono è preoccupato. «Ci avevano parlato di sei mesi per organizzarci, ma non abbiamo ricevuto alcuna istruzione. Si parla di una doppia verifica tramite app e di un token da generare sul telefono, ma non c’è un protocollo tecnico, non un manuale operativo».
Maria Giovanna sospira. «Si parla di tutela, ed è giusto, ma così si rischia di favorire i siti pirata, quelli esteri, quelli che rubano contenuti. Noi, che lavoriamo in modo legale, rischiamo di perdere utenti».
Il timore è anche economico: «Un utente che deve scaricare un’app, generare un codice, aspettare l’autorizzazione, alla fine rinuncia. Va altrove. È come se, per rilassarsi cinque minuti, dovesse fare un percorso a ostacoli».
Poi il discorso si allarga. «Vietare non educa — aggiunge Maria Giovanna —. Il problema non è il porno in sé, ma la mancanza di educazione sessuale. Se un ragazzo guarda contenuti per adulti senza capirli, non è colpa nostra. È colpa del vuoto educativo che c’è a casa e a scuola».
Nel loro piccolo, spiegano, cercano di fare le cose per bene: liberatorie firmate, controllo dell’età degli attori, materiale originale. «Eppure siamo noi quelli più esposti — dice Enrico —. Se l’Agcom decidesse di sanzionarci, rischiamo di chiudere. Non per cattiva volontà, ma per mancanza di istruzioni».
Altrove, ricordano, la situazione è simile. «Nel Regno Unito, dopo l’introduzione della verifica dell’età, il settore ha perso il 30 per cento del fatturato. Una legge così colpisce soprattutto le piccole produzioni, mentre i colossi internazionali hanno risorse per adeguarsi. Se manca uniformità tra i Paesi, il sistema non funziona: basta spostare i server e si aggira tutto».
«È una legge nata con buone intenzioni — conclude Enrico — ma senza chiarezza diventa una trappola. Noi vogliamo solo sapere cosa dobbiamo fare, in modo trasparente e realistico».
La base giuridica: la misura nasce dal Decreto Caivano (decreto-legge n. 123/2023, convertito nella legge 159/2023), che ha introdotto l’articolo 13-bis per impedire ai minori di accedere a contenuti pornografici online.
La delibera Agcom: l’attuazione è contenuta nella Delibera 96/25/CONS dell’Agcom, approvata l’8 aprile 2025 e pubblicata il 12 maggio 2025.
Cosa prevede: i siti con contenuti per adulti devono adottare sistemi di verifica dell’età gestiti da soggetti terzi certificati, come operatori telefonici, banche o aziende che già gestiscono dati anagrafici.
Tutela della privacy: il sistema si basa sul principio del “doppio anonimato” — chi verifica l’età non sa quale sito l’utente visiterà, e il sito non conosce l’identità dell’utente.
Le sanzioni: i siti che non si adegueranno rischiano la diffida, il blocco dell’accesso o sanzioni pecuniarie fino a 250 mila euro.
La lista dei primi 48 siti bloccati: pubblicata sul portale ufficiale dell’Agcom, comprende le principali piattaforme pornografiche internazionali accessibili dall’Italia.
Il quadro europeo: il provvedimento si ispira al Digital Services Act (DSA), il regolamento dell’Unione Europea che impone ai fornitori di servizi digitali di garantire maggiore sicurezza online, soprattutto per i minori.
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