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10 Novembre 2025 - 22:38
“BOLD”: il Canavese si unisce contro i disturbi alimentari. Nelle scuole parte il progetto che parla ai ragazzi e alle famiglie
È partito “BOLD”, il progetto che nel Canavese vuole parlare ai ragazzi, alle famiglie, alle scuole e allo sport del tema più difficile e spesso taciuto: quello dei disturbi del comportamento alimentare. Un’iniziativa fortemente voluta dalla Fondazione di Comunità del Canavese, che ha deciso di affrontare di petto un fenomeno in crescita, spesso invisibile ma devastante, puntando tutto sulla prevenzione e sulla consapevolezza. Insieme alla Neuropsichiatria Infantile dell’ASL To4 e all’associazione di genitori “In Punta di Cuore”, la Fondazione ha costruito una rete ampia e concreta, capace di unire il mondo della scuola, dello sport e della comunità.
Il progetto “BOLD” è stato presentato ufficialmente lo scorso 20 febbraio, durante una conferenza stampa in cui è stata anche lanciata una campagna di raccolta fondi con un obiettivo dichiarato di 30 mila euro. E la risposta del territorio è stata sorprendente: la raccolta non solo ha raggiunto la cifra prefissata, ma l’ha superata grazie alla generosità dei cittadini, all’impegno della Fondazione Compagnia di San Paolo e alle risorse messe in campo dalla stessa Fondazione di Comunità. In pochi mesi, “BOLD” è diventato un esempio di cooperazione territoriale: hanno aderito il Comune di Ivrea, la Fondazione dello Storico Carnevale di Ivrea, l’Associazione Aranceri a Piedi, l’Associazione Componenti Storico Carnevale di Ivrea e gli Aranceri Carri da Getto, in un abbraccio collettivo che dimostra come, quando si parla di salute e di giovani, la comunità canavesana sa unirsi davvero.
Gli obiettivi del progetto sono ambiziosi: sensibilizzare la cittadinanza sui disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, promuovere una cultura della salute basata su un modello di equilibrio psicologico e sociale, stimolare la partecipazione di famiglie, insegnanti, allenatori e studenti in un percorso condiviso, e creare una rete di supporto capace di intervenire in modo informativo, educativo e terapeutico. Tutto questo attraverso una serie di interventi mirati che coinvolgono scuole, associazioni sportive e gruppi di genitori. Nelle scuole il progetto si rivolge alle classi seconde delle medie, degli istituti superiori e delle agenzie formative, con un ciclo di tre incontri di due ore ciascuno, condotti da una psicologa e una nutrizionista. Qui, in un clima di dialogo aperto, si affrontano i temi legati all’immagine corporea, al rapporto con il cibo, alla pressione sociale e ai modelli estetici tossici che, specie in adolescenza, possono trasformarsi in pericolosi detonatori di disagio. Parallelamente, “BOLD” si rivolge anche alle associazioni sportive, dove la percezione del corpo e delle performance è spesso centrale, con incontri dedicati ad allenatori e dirigenti per fornire strumenti concreti e una nuova consapevolezza. Il terzo fronte riguarda infine i genitori, attraverso l’associazione “In Punta di Cuore”, che ha attivato gruppi di sostegno alla genitorialità per chi vive in prima persona la difficoltà di accompagnare un figlio o una figlia in un percorso di cura.

Il 27 ottobre 2025, dopo una lunga fase preparatoria, è iniziato il programma vero e proprio degli interventi, che proseguirà fino a maggio 2026. Ad oggi, hanno già aderito 14 istituti scolastici e agenzie formative, per un totale di 84 classi e oltre 1.900 ragazzi coinvolti. Partecipano l’IIS 25 Aprile/Faccio di Cuorgnè, il Liceo Botta e il Liceo Gramsci di Ivrea, l’IIS Martinetti di Caluso, gli Istituti Comprensivi di Strambino, Azeglio, Valchiusa, Caluso, Ivrea 2, San Giorgio-San Giusto, Forno Canavese, oltre alle agenzie Conedia di Ivrea, CIAC di Valperga e CIAC di Ivrea. Numeri importanti, che raccontano di una risposta positiva, di un bisogno reale e di un desiderio diffuso di affrontare il tema con serietà e partecipazione.
La raccolta fondi, oltre alla piattaforma Rete del Dono, si è nutrita di una lunga serie di iniziative: un’asta di beneficenza con opere donate da artisti canavesani, incontri pubblici e presentazioni con i club di servizio del territorio, momenti di dialogo e confronto che hanno reso “BOLD” qualcosa di più di un semplice progetto. È diventato una rete, un movimento di comunità. E non a caso, la Fondazione di Comunità del Canavese ha voluto ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questo percorso: «Dai professionisti che hanno ideato e realizzato gli interventi, agli istituti scolastici che ci hanno accolto, fino ai cittadini, alle aziende e alle associazioni che hanno creduto in noi. BOLD è la dimostrazione che insieme possiamo costruire una rete di protezione reale per i nostri ragazzi».
Un messaggio forte, che si traduce in azioni concrete e che, soprattutto, ribadisce un concetto fondamentale: la prevenzione non è solo una parola, ma un atto collettivo. Un gesto di responsabilità verso le nuove generazioni, un modo per dire che nessuno deve sentirsi solo davanti a un disturbo che distrugge il corpo e l’anima. Nel Canavese, con “BOLD”, questa battaglia ha finalmente trovato una voce comune, fatta di ascolto, professionalità e cuore.
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