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Promesse e macerie: la sede del Comitato di San Grato è un disastro

A un mese dalla consegna ufficiale del locale di via Perotti 15, i volontari non possono ancora entrare: impianti guasti, bagni rotti e nessuna risposta dagli uffici comunali. Il sogno di una casa per il quartiere si trasforma nell’ennesima beffa amministrativa

Promesse e macerie: la sede del Comitato di San Grato è un disastro

Termosifoni rotti

A Ivrea la burocrazia ha colpito ancora. Dopo quasi due anni di attese, promesse e rinvii, il Comitato di Quartiere San Grato si è finalmente visto consegnare – almeno sulla carta – di una stanza nel Centro Civico di via Perotti 15.

E' il 22 ottobre. Un giorno che doveva segnare l’inizio di una nuova stagione di partecipazione e di comunità. Invece, si è trasformato nell’ennesima farsa amministrativa, degna della migliore commedia all'italiana.

Varcata la soglia della tanto attesa sede, i volontari si sono trovati davanti tapparelle rotte, impianti elettrici fuori uso, termosifoni da controllare e perfino dubbi su quali servizi igienici siano utilizzabili. Un quadro desolante, che definire “inagibile” è poco. Eppure, gli uffici comunali avevano chiesto di firmare subito il verbale di consegna e di ritirare le chiavi. Chiavi che, a conti fatti, aprono una porta su un "non luogo".

Il 31 ottobre, il Comitato invia una mail formale all’Ufficio Patrimonio e all’Ufficio Tecnico, chiedendo un sopralluogo urgente. Ma da allora – dieci giorni, e più – nessuna risposta. Nessuno che si faccia vivo, nessuno che controlli, nessuno che dice “ci pensiamo noi”. E così, il tempo scorre e le attività restano ferme, l’inaugurazione rimandata, i laboratori e i doposcuola bloccati sul nascere.

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Nel comunicato diffuso oggi, i rappresentanti del Comitato non nascondono amarezza e sconforto: “Dopo un iter già costellato di rinvii, trovarci di fronte a un ulteriore ostacolo ci fa dubitare della fattibilità del progetto stesso. L’entusiasmo dei volontari rischia di spegnersi del tutto.”
E come dare loro torto? È l’ennesimo caso in cui la macchina comunale sembra incapace persino di consegnare un locale in condizioni decenti, mentre a pagare il prezzo sono i cittadini che si rimboccano le maniche per il proprio quartiere.

Il rischio concreto è di perdere un capitale sociale prezioso, fatto di fiducia, collaborazione e senso di appartenenza. Perché quando chi lavora gratis per la comunità si trova davanti porte chiuse e risposte assenti, la motivazione si sgretola. E con essa, l’anima stessa dei quartieri.

Il Comitato, pur mantenendo toni civili, chiede tre cose semplici: un sopralluogo tecnico immediato, l’avvio dei lavori di ripristino e un chiarimento istituzionale sulle tempistiche. Nulla di straordinario, solo ciò che un’Amministrazione attenta dovrebbe garantire di default.

Nel frattempo, a San Grato resta solo una stanza buia e silenziosa. In sottofondo il silenzio di un'Amministrazione comunale che dice di voler “valorizzare la partecipazione” ma poi, al momento di passare ai fatti, lascia i cittadini con un mazzo di chiavi e un locale tutto scassato.

E il quartiere? Ancora una volta, aspetta.

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