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09 Novembre 2025 - 23:30
Piastra incassa 355 mila euro dall’Outlet del lusso e ai negozianti regala le lucine
Altro che “sviluppo del territorio”. Altro che commercio di vicinato.
A Settimo Torinese, quando arrivano i soldi veri, quelli pesanti, non finiscono mai dove servirebbero. Stavolta si tratta di 355.289,96 euro, un gruzzolo mica da ridere, versato al Comune dalla Torino Fashion Village srl, la società che ha appena completato l’ampliamento dell’Outlet del lusso alle porte della città.
Un ampliamento che tutti conoscono: più negozi, più marchi, più traffico. E, come da legge regionale 28/1999, più “oneri accessori” da pagare al Comune. Soldi che, secondo la norma, dovrebbero servire a rivitalizzare e riqualificare il commercio cittadino — cioè, per dirla senza giri di parole, a compensare i danni che un colosso della moda causa ai piccoli negozi del centro.

E invece?
La solita magia contabile in salsa settimese. Abracadabra.
L’amministrazione guidata dalla sindaca Elena Piastra, appena incassati i 355 mila euro, ha deciso di spenderne 24.400 per le luminarie natalizie. Parliamo delle stesse lucine che ogni anno vengono montate “per creare atmosfera”. Stavolta, però, diventano — udite udite — “un investimento per la rivitalizzazione del commercio”. Insomma: una presa per i fondelli di prima categoria.
L’atto ufficiale, la determina n. 1079 del 3 novembre 2025, firmata dalla dirigente Simona Quaranta, lo dice chiaro e tondo: i fondi arrivano dagli oneri dell’ampliamento dell’Outlet e vengono destinati a posa e manutenzione delle luminarie decorative delle festività natalizie 2025, affidate alla ditta Elte Impianti di Nole.
Un capolavoro di ironia amministrativa, considerando che le luminarie ci sarebbero state comunque, come ogni anno. Solo che stavolta — furbata delle furbate — vengono infilate nel provvedimento per giustificare almeno una minima spesa di quei soldi arrivati dal Fashion Village. In pratica: un modo per dire “vedete? qualcosa facciamo”, quando in realtà non si è fatto assolutamente nulla di nuovo.
Un maquillage contabile, un’operazione di facciata.
Perché la verità è che il Comune incassa un tesoro e lo lascia lì, al sicuro, mentre i commercianti del centro contano i clienti sulle dita di una mano, gli affitti restano proibitivi e i parcheggi continuano a essere a pagamento pure a Natale. Niente incentivi, niente sgravi, nessuna agevolazione sull’Imu o sulle tariffe comunali. Solo lucine — e per giunta le stesse dell’anno scorso.
D’altronde la sindaca Elena Piastra è coerente con la sua visione: l’importante è apparire, non aiutare. E se qualcuno osa protestare, la risposta è sempre pronta, copia-incolla da comunicato stampa: “le luminarie servono a rendere più attrattivo il centro”. Certo. Peccato che nel centro non ci sia più nessuno da attrarre.
Il documento comunale, tra l’altro, lo scrive nero su bianco: “gli oneri aggiuntivi di cui alla L.R. 28/1999 sono destinati a contribuire alla rivitalizzazione e riqualificazione del commercio cittadino”.
E allora viene da chiedersi: dov’è questa “rivitalizzazione”? In quale vetrina si nasconde? Tra un cavo elettrico e una renna luminosa?
La verità è che mentre l’Outlet del lusso cresce, il centro si spegne. E a prescindere dalle “lucine” della Piastra, a Settimo il commercio resta al buio.
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