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Verso lo sciopero generale del 28 novembre: a Ivrea assemblea pubblica mercoledì 12

Il Comitato Ivrea per la Palestina invita lavoratori, studenti e cittadini a un’assemblea aperta il 12 novembre per preparare la mobilitazione contro la guerra e la precarietà

Verso lo sciopero generale del 28 novembre: a Ivrea assemblea pubblica mercoledì 12

Verso lo sciopero generale del 28 novembre: a Ivrea assemblea pubblica mercoledì 12

Si scaldano i motori in vista dello sciopero generale del 28 novembre, promosso dai sindacati di base in tutta Italia per dire no alla guerra e alla precarietà. Anche a Ivrea si muove qualcosa: mercoledì 12 novembre, alle 20, la Libreria Sottobosco di via Quattro Martiri 12 ospiterà un’assemblea pubblica aperta a lavoratori, studenti e cittadini che vogliano capire, organizzarsi e partecipare insieme alla mobilitazione.

L’iniziativa, promossa dal Comitato Ivrea per la Palestina, punta a costruire un momento di confronto collettivo su temi che collegano le guerre internazionali alle condizioni di vita e di lavoro quotidiane. «I bombardamenti a Gaza, la guerra in Ucraina e i vari disastri bellici chiedono il sacrificio a noi lavoratrici e lavoratori», si legge nell’appello diffuso in città.

Il volantino sottolinea come le spese militari e i conflitti si intreccino con un mondo del lavoro sempre più precario, dove aumentano le disuguaglianze e diminuiscono i salari, colpendo in particolare donne e immigrati. «A ciò si collega un lavoro sempre più precario e mal pagato e la tendenza alla privatizzazione di tutti i servizi pubblici», prosegue il testo.

Nel mirino anche la politica di repressione delle proteste e il clima di restrizione dei diritti sindacali e sociali. Per i promotori dello sciopero, l’unica risposta possibile è la mobilitazione: «Lo sciopero generale indetto dai sindacati di base è l’occasione per cambiare tutto e bloccare l’economia di guerra in cui siamo entrati».

L’appuntamento di Ivrea sarà dunque un passaggio chiave per chi vuole comprendere le ragioni dello sciopero, ma anche per chi intende “costruirlo e diffonderlo il più possibile”.

“Non vogliamo pagare la guerra”, è lo slogan che accompagna l’iniziativa, con l’obiettivo di collegare le lotte sociali e le vertenze sul territorio a un più ampio movimento contro la militarizzazione, le spese belliche e le disuguaglianze.

locandin

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