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05 Novembre 2025 - 12:35
È morto Andrea De Adamich, pilota gentiluomo e maestro di guida sicura
Se n’è andato com’era vissuto: con discrezione. Ma chi ha amato la Formula 1, oggi sente un vuoto che fa rumore. Andrea De Adamich, 84 anni, se n’è andato lasciando dietro di sé il rombo dei motori e quella voce che, per decenni, ha raccontato le corse più che commentarle. Era nato a Trieste nel 1941, cresciuto tra il vento dell’Adriatico e l’odore di benzina, uno di quei ragazzi che sognavano curve e non scrivanie. Iniziò nel ’62, al volante di una Triumph TR3, e da lì non scese più. La Formula Junior, la Formula 3, la Giulia GTA dell’Alfa Romeo, due titoli europei Turismo consecutivi. Poi la Formula 1, con Ferrari, McLaren, Surtees, Brabham. Non vinse mai un Gran Premio, ma di lui restò il rispetto di chi correva davvero: quello che non si misura in podi, ma nel coraggio.
Il destino, però, non ha mai fatto sconti. Nel ’73, a Silverstone, un incidente tremendo gli fratturò entrambe le gambe e chiuse la carriera. Ma non la passione. De Adamich si reinventò, con la naturalezza dei grandi. Nel 1978 portò “Grand Prix” nelle case degli italiani, e tra il 1991 e il 1996 divenne la voce delle telecronache di Formula 1 su Mediaset. Il suo tono calmo, ironico, un po’ triestino e un po’ inglese, raccontò Senna e Prost, poi l’ascesa di Schumacher. Mai sopra le righe, mai con una parola di troppo.

E poi ci sono quelli che non lo hanno mai visto in TV, ma lo hanno “ascoltato”: nei videogiochi F1 della PlayStation, dove la sua voce trasformava la corsa virtuale in un’esperienza vera. “Ha urtato Frentzen!”, gridava, e ogni bambino degli anni ’90 sapeva che era successo davvero. Era l’epoca in cui il sogno dei motori entrava nel salotto, e lui ne era il tramite.
Ma il contributo più profondo lo lasciò sulla terra, non sull’asfalto. Nel 1991 fondò a Varano de’ Melegari il Centro Internazionale di Guida Sicura, un luogo dove la velocità diventava consapevolezza. “La guida sicura non è paura, è consapevolezza”, ripeteva. Insegnò a migliaia di persone a rispettare la macchina, la strada, sé stessi. Commendatore al Merito della Repubblica, De Adamich è stato un uomo che ha vissuto inseguendo la velocità, ma senza mai perdere l’equilibrio. Oggi la sua voce si spegne, ma resta un’eco che attraversa le generazioni.

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