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Dopo la morte di Ettore Pausini, la figlia Sabrina attacca la cugina cantante: “Non voglio Laura e i suoi al funerale di mio padre”

Ettore Pausini era un volontario e viaggiatore instancabile, travolto da un'auto a Bologna. Sui social il dolore e la rabbia della cugina di Laura Pausini: “A loro non è mai interessato di noi”.

Laura Pausini e lo zio Ettore

Laura Pausini e lo zio Ettore

«La parentela è solo sulla carta». Con queste parole, Sabrina Pausini, cugina della celebre cantante Laura Pausini, ha scelto di rompere il silenzio e prendere le distanze dalla parte più famosa della sua famiglia. Lo ha fatto nel momento più duro della sua vita: dopo la morte del padre Ettore, travolto e ucciso a Bologna da un pirata della strada mentre era in sella alla sua bici. Un dolore che si è trasformato in rabbia, indirizzata non solo contro chi ha provocato la tragedia, ma anche verso i parenti che, secondo lei, non si sarebbero mai davvero interessati.

«A loro non è mai fregato nulla di me e di mio padre», ha scritto Sabrina sui social, aggiungendo che non vuole nessuno di loro al funerale. «Io non sono come loro. Mio padre mi ha insegnato altri valori». Parole secche, che sanno di rottura definitiva. E poi l’appello diretto al responsabile dell’incidente: «Voglio vederlo in faccia quell’assassino». Il 29enne che lo ha investito si è costituito solo un giorno dopo, troppo tardi per cancellare l’ingiustizia di una morte assurda.

A ricordare Ettore Pausini è anche Stefano Giordani, amico di famiglia e direttore dell’associazione Onconauti, dove l’uomo era volontario e testimonial. «Sabrina è distrutta. Aveva perso la madre da giovane, e con il padre aveva un legame fortissimo. Erano inseparabili: viaggiavano insieme anche in Africa, nei posti più remoti. Ettore era così, si organizzava da solo, con pochi amici, senza guide. Viveva la vita con curiosità e coraggio».

L'incidente

Ettore Pausini, 78 anni, zio paterno della cantante Laura Pausini, è morto travolto da un’auto pirata mentre si trovava in sella alla sua bicicletta alle porte di Bologna. L’incidente è avvenuto nel primo pomeriggio di domenica 2 novembre, intorno alle 13.30, lungo via degli Stradelli Guelfi, nel tratto compreso tra Castenaso e San Lazzaro di Savena.

Secondo la prima ricostruzione, l’uomo stava pedalando in direzione del centro quando un’autovettura lo ha colpito in pieno. L’impatto è stato violentissimo: la bicicletta è stata ridotta a un groviglio di metallo e l’automobilista si è dato alla fuga senza prestare soccorso, lasciando il corpo della vittima sull’asfalto.

I soccorritori del 118 hanno tentato a lungo di rianimarlo, ma ogni sforzo è stato vano. Ettore Pausini è deceduto sul posto, poco dopo l’arrivo dei sanitari. La scena che i primi testimoni hanno descritto è di quelle che restano impresse: una bici distrutta, macchie di sangue sull’asfalto e la corsa disperata dei soccorsi in una domenica che, per lui, doveva essere come tante altre.

Da anni Pausini percorreva quel tragitto nel fine settimana, spingendosi con la sua mountain bike fino alla campagna bolognese, una passione coltivata con regolarità. Quella strada, però, era già stata segnalata più volte come pericolosa: una carreggiata stretta, poco illuminata, con traffico misto e tratti privi di protezioni per ciclisti e pedoni. Non è la prima volta che si verifica un incidente grave lungo via degli Stradelli Guelfi, e i residenti chiedono da tempo interventi di messa in sicurezza.

Il conducente dell'auto si è costituito il giorno successivo.

Ettore Pausini era una figura molto conosciuta e stimata a Bologna. Da oltre trent’anni gestiva un salone da barbiere in piazza Azzarita, punto di riferimento per il quartiere e luogo di incontro per generazioni di clienti. Negli ultimi anni aveva combattuto e vinto una lunga battaglia contro un tumore, esperienza che lo aveva spinto a impegnarsi come volontario nell’associazione Onconauti, dedicata alla riabilitazione dei pazienti oncologici.

La notizia della sua morte ha scosso profondamente la comunità e il mondo della musica. Laura Pausini, che ha un legame molto stretto con la famiglia, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali ma da Solarolo, il paese d’origine dei Pausini, arrivano parole di dolore e cordoglio. “Era un uomo buono, gentile, sempre pronto a scherzare – raccontano i conoscenti –. Non meritava una fine così crudele.”

Un’altra vittima, dunque, si aggiunge alla lunga lista di ciclisti morti sulle strade italiane: secondo i dati aggiornati, sono già 195 nel 2025, superando le 185 vittime dell’intero anno precedente. Un numero che conferma l’emergenza sicurezza per chi si muove su due ruote, tra disattenzioni, velocità e infrastrutture inadeguate.

Mentre prosegue la caccia al responsabile, resta l’amarezza per una vita spezzata ingiustamente e per un gesto – la fuga – che trasforma un incidente in un atto di disumanità. Bologna piange uno dei suoi volti più familiari, e la famiglia Pausini si stringe in un dolore silenzioso, nell’attesa che la giustizia faccia il suo corso.

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