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03 Novembre 2025 - 21:18
												Neonati sepolti nel giardino: “Entrambi nati vivi”, il verdetto dei periti
Era vivo. Aveva respirato, pianto forse, per pochi minuti. Poi è morto dissanguato dopo che il cordone ombelicale è stato reciso con un oggetto tagliente. È la conclusione drammatica della perizia medico-legale depositata oggi al processo contro Chiara, 22 anni, accusata di aver partorito e poi seppellito due neonati nel giardino della sua casa di Traversetolo, in provincia di Parma. Secondo la consulente della Procura, Valentina Bugelli, docente di Medicina legale all’Università di Parma, entrambi i bambini sarebbero nati vivi.
Nel corso dell’udienza davanti alla Corte d’assise di Parma, la dottoressa Bugelli ha illustrato i risultati delle analisi sul secondo neonato, rinvenuto il 9 agosto 2024 nel giardino di casa. I test docimastici – esami necroscopici che accertano la vitalità al momento della nascita – hanno confermato che il piccolo aveva respirato: i polmoni, dal colore roseo, e la prova di galleggiamento in acqua non lasciano dubbi. “L’atto respiratorio l’ha compiuto, e più di uno”, ha spiegato l’esperta, stimando in quattro, cinque, forse sette minuti il tempo in cui il neonato sarebbe rimasto in vita.
Sul cordone ombelicale è stato osservato un “taglio netto da strumento tagliente”, probabilmente eseguito con un paio di forbici mai ritrovate. È stato quel gesto, secondo la perizia, a provocare uno shock emorragico acuto che ha portato alla morte per dissanguamento. Il bambino sarebbe venuto alla luce il 7 agosto 2024, due giorni prima del ritrovamento.
Anche per il primogenito, partorito un anno prima – nel maggio 2023 – e rinvenuto il 7 settembre 2024, la consulente ha parlato di nascita presumibilmente vitale. In questo caso però, il corpo era ormai ridotto a resti scheletrici, rendendo impossibile stabilire una causa certa di morte. Tuttavia, diversi elementi fanno pensare che anche quel bimbo sia nato vivo: il parto naturale e autonomo della ragazza, privo di complicazioni, e la gestazione a termine indicata dalle dimensioni del feto. “Una morte endouterina in quelle condizioni – ha aggiunto la dottoressa Bugelli – avrebbe una probabilità su un milione”.
Chiara, che ha sempre sostenuto che i figli fossero nati già morti, continua a negare l’intenzionalità dei fatti. Ma le conclusioni della perizia ribaltano completamente la sua versione e gettano una luce ancora più cupa su una vicenda che ha sconvolto l’intera comunità di Traversetolo.
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