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Per chi suona le campane

Le geografie ecclesiali del nuovo consiglio presbiterale

Le urne ridisegnano gli equilibri del clero diocesano: tra progressisti, conservatori e outsider, spunta anche il ritorno di monsignor Santa, l’“anziano consigliori” che non perdona le Messe in latino

Le geografie ecclesiali del nuovo consiglio presbiterale

Le geografie ecclesiali del nuovo consiglio presbiterale

Sono stati resi noti i risultati delle elezioni, alle quali avevano diritto di voto i preti della diocesi, per il rinnovo del Consiglio presbiterale, dove, nel segreto dell’urna, ognuno ha potuto scegliere un candidato che esprimesse il proprio orientamento. Per questo, l’analisi degli eletti rappresenta un dato assai significativo sugli schieramenti del clero diocesano. Ne emerge insomma una sorta di geografia ecclesiale.

Ma innanzitutto è bene ricordare, come abbiamo già fatto in passato, che il Consiglio presbiterale è un organo consultivo previsto dal diritto canonico: un gruppo di sacerdoti che, rappresentando il clero, coadiuvano il vescovo nel governo della diocesi e nelle decisioni più importanti.

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Concentriamoci sui membri eletti, che sono: don Gianamario Cuffia, don Raffaele Roffino, padre Riccardo Bigi, don Davide Mazza, don Loris Cena, don Luca Meinardi, don Giampiero Valerio.

Il primo, ex vicario generale, ha avuto il più alto numero di consensi, segno della stima generale di cui gode nel clero di diversi orientamenti per la sua imparzialità e la capacità di dialogare con tutti. Don Roffino, don Mazza e padre Bigi rappresentano il clero giovane e conservatore, minoritario ma attivo.

Il fronte di San Giorgio – progressisti moderati ma buoni per tutte le stagioni – riesce a eleggere il suo capo, l’ex vicario generale di un giorno, don Luca Meinardi, e don Loris Cena di Caluso.

Improvvisamente, però, è spuntato un outsider: don Giampiero Valerio, parroco della Madonna del Rosario a Chivasso e di Torrazza, infaticabile nella pastorale ma non ascrivibile a nessun fronte. Egli è da sempre la spina nel fianco dell’onnipresente prevosto di Chivasso, don Davide Smiderle, del quale si dice che entro fine anno assommerà ai suoi già molti incarichi anche un altro, molto importante, di natura curiale nel campo dell’economia.

A controbilanciare questo assetto ha provveduto il vescovo con nomine di chiaro stampo progressista quali don Fabrizio Gobbi, il salesiano Piermario Majnetti, ma soprattutto il venerando monsignor Lorenzo Santa (classe 1937), conosciuto come «il consigliori», avversario dei preti conservatori e sempre pronto a indignarsi con quei confratelli che mai osassero celebrare una Messa in latino.

Solitamente, il Consiglio presbiterale funziona come luogo di dibattito e dialogo, in quanto organismo consultivo, se il vescovo lo tiene in considerazione come suo «senato» rendendolo partecipe. In caso contrario, esso non potrà essere che un momento di ratifica di decisioni già prese. Nel qual caso, espressioni come «camminare insieme» o sinodalitàrischiano di diventare vuote parole.

* Frà Martino

Chi è Fra Martino? Un parroco? Un esperto di chiesa? Uno che origlia? Uno che si diverte è basta? Che si tratti di uno pseudonimo è chiaro, così com’è chiaro che ha deciso di fare suonare le campane tutte le domeniche... Ci racconta di vescovi, preti e cardinali fin dentro ai loro più reconditi segreti. E non è una santa messa ma di sicuro una gran bella messa, Amen

Tutti gli articoli di Fra' Martino qui

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