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01 Novembre 2025 - 08:00
Francesco D'Ambrosio ha fotografato la città
Non servono ispettori ambientali o sofisticati droni per scoprire che a Settimo Torinese le aiuole sono discariche a cielo aperto. Basta farsi un giro tra corso Piemonte, piazza Freidano o la rotonda del Penny Market: plastica, bottiglie e cartacce fanno capolino tra i fili d’erba tagliati. Anzi, tritati.
E così, giovedì sera, il tema è approdato in Consiglio comunale grazie a un’interpellanza dei Fratelli d'italia, primo firmatario Francesco D’Ambrosio. Ha portato in aula un dossier fotografico eloquente: immagini di rifiuti nascosti (si fa per dire) sotto un sottile strato d’erba tagliata, quasi a volerli “seppellire vivi” in un gesto di surreale manutenzione.
“Chi taglia l’erba e trova un rifiuto ha il dovere di rimuoverlo o di ignorarlo?” ha domandato provocatoriamente D’Ambrosio, sottolineando che “non è accettabile che si passi con il tosaerba su bottiglie e sacchetti, lasciando il tutto in bella mostra come se fosse parte dell’arredo urbano”.
A rispondere, con tono tecnico ma inevitabilmente difensivo, è stato l’assessore all’Ambiente Armando Cirillo. Ha provato a mettere ordine tra competenze, contratti e patti di collaborazione.
“Ci sono due piani distinti” — ha spiegato — “da una parte le aree adottate da cittadini o aziende, dall’altra quelle gestite dal Comune. Ad esempio, la rotonda del Penny Market è a carico del Penny Market stesso”.
Fin qui, tutto chiaro. Poi però arriva la frase che ha lasciato l’aula a bocca aperta: “Oggi, nel contratto di manutenzione del verde, è previsto che la pulizia e la rimozione dei rifiuti avvengano solo al primo taglio stagionale. Nei tagli successivi non è prevista né la raccolta dei rifiuti né la rimozione del taglio”.
Tradotto: una pulizia l’anno. Poi, chi s’è visto s’è visto.
L’assessore Cirillo ha anche ammesso che il servizio di pulizia del verde non rientra in un programma di manutenzione cadenzata. “Non è prevista la raccolta delle foglie e la pulizia delle aree verdi avviene solo in occasione di specifiche indicazioni dell’Ufficio Ambiente. Seta si occupa di spazzamento stradale, marciapiedi e cestini, ma non delle aree verdi”.
E non è finita qui.
“Settimo ha quasi 500 mila metri quadrati di verde” — ha ricordato Cirillo — “una gestione puntuale avrebbe costi molto elevati”.
Un'affermazione che fa sorridere, considerando che il Comune, attraverso la società Patrimonio Città di Settimo Torinese, spende 2 milioni e 787 mila euro per la manutenzione triennale, affidata — con un ribasso del 20 per cento — alla Nuova Cooperativa Impresa Sociale di Torino.
Giusto per avere un termine di paragone, Chivasso gestisce 600 mila metri quadrati di verde, con dieci tagli l’anno, pulizia puntuale e un costo complessivo di circa 500 mila euro.
“Apprendiamo che il primo taglio prevede la rimozione dei rifiuti, ma i successivi no - è intervenuto nel dibattito il capogruppo della Lega Manolo Maugeri - I rifiuti restano visibili e il decoro urbano non ne trae beneficio. Non esiste un servizio di pulizia delle foglie, e questo alimenta la percezione di incuria da parte dei cittadini”.
Insomma, al netto delle buone intenzioni, resta l’immagine di una città che taglia l’erba per nascondere la spazzatura, come chi spazza la polvere sotto il tappeto sperando che nessuno se ne accorga.
Le foto scattate da D’Ambrosio — bottiglie, cartoni, sacchetti e perfino residui alimentari sparsi tra i fili d’erba lungo corso Piemonte e piazza Freidano — parlano da sole.
La morale, amara, è che il decoro urbano a Settimo non è frutto di scelte politiche o di contratti ben scritti: è un optional stagionale, concesso giusto al primo taglio dell’anno. Dopo, l’erba cresce, i rifiuti restano e il cittadino paga.
Insomma, più che “Città del Verde”, Settim città del “verde e marcio”.








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