AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
31 Ottobre 2025 - 21:34
Ferrero sospende gli acquisti di nocciole dalla Turchia: prezzi raddoppiati e mercato in tensione
La notizia, rimbalzata sulle pagine del Financial Times e subito confermata dall’azienda di Alba, ha scosso il mercato mondiale della nocciola: Ferrero ha sospeso temporaneamente gli acquisti dalla Turchia, suo storico principale fornitore. Il motivo è semplice quanto preoccupante: il prezzo delle nocciole è quasi raddoppiato in pochi mesi, passando da circa 9 mila a oltre 18 mila dollari a tonnellata.
A pesare sono state una gelata primaverile e una diffusa infestazione parassitaria che hanno colpito le coltivazioni nelle regioni turche del Mar Nero, da sempre cuore pulsante della produzione mondiale. Secondo le stime citate dal quotidiano economico britannico, la raccolta potrebbe scendere quest’anno a 500 mila tonnellate, ben al di sotto delle 600-700 mila di un’annata normale. Un crollo che rischia di mettere in difficoltà l’intero comparto dolciario internazionale, considerando che la Turchia da sola rappresenta quasi due terzi dell’offerta globale.
Ferrero, che da sola utilizza un quarto della produzione mondiale di nocciole, ha dovuto quindi riorganizzare la propria strategia di approvvigionamento, attingendo alle scorte interne e aumentando le importazioni da Cile e Stati Uniti. Ma l’azienda precisa: si tratta di una misura temporanea, destinata a rientrare non appena il mercato tornerà stabile.
“Il mercato delle nocciole oggi è un ecosistema complesso e interconnesso a livello globale, che richiede investimenti a lungo termine, approvvigionamenti diversificati e pratiche responsabili per garantire qualità, resilienza e crescita sostenibile”, spiegano da Ferrero. Negli ultimi decenni il gruppo ha costruito una filiera multi-origine che comprende Turchia, Italia, Cile, Stati Uniti e altri Paesi, con l’obiettivo di garantire una fornitura costante durante tutto l’anno e al tempo stesso promuovere sviluppo agronomico e partnership locali.
Il modello adottato dal colosso di Alba mira a rafforzare la resilienza dell’intera catena produttiva contro le fluttuazioni climatiche e speculative, un tema sempre più centrale in un contesto globale segnato da crisi ambientali e tensioni geopolitiche.

“Abbiamo una copertura molto ampia, non abbiamo fretta di acquistare”, ha dichiarato al Financial Times Marco Botta, direttore generale di Ferrero Hazelnut Company, la divisione dedicata alla gestione della filiera della nocciola.
Intanto, per fronteggiare la crisi e valorizzare le produzioni nazionali, Ferrero ha lanciato l’Hazelnut Agronomy Program, in collaborazione con l’European Institute of Innovation for Sustainability (EIIS) e il Consiglio Nazionale dei Dottori Agronomi e Forestali (Conaf). L’obiettivo è quello di rafforzare la filiera italiana della nocciola, migliorandone qualità, sostenibilità e redditività per i produttori locali.
Un segnale importante, che conferma la volontà del gruppo di continuare a investire in un settore che resta strategico per l’azienda e per l’economia agricola di molti Paesi. Perché, se è vero che oggi il prezzo della nocciola vola, Ferrero non intende rinunciare a quella che da sempre rappresenta l’anima delle sue icone più amate, dalla Nutella ai Rocher.
Edicola digitale
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.