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31 Ottobre 2025 - 18:57
Ivan Doretto
C’è chi ogni giorno lotta contro una malattia, e chi invece sembra combattere contro la lentezza della burocrazia. È l’amara realtà che sta affrontando l’associazione Sclerosi Multipla Canavesana (SMC), impegnata da anni nel garantire attività riabilitative in acqua per i propri associati. Ma questa volta, a mettere in crisi la programmazione, non è la malattia: è il silenzio del Comune di Ivrea.
Dopo la chiusura della piscina comunale di via Campo Sportivo, SMC non è rimasta con le mani in mano. Con pragmatismo e senso di responsabilità, aveva trovato una soluzione condivisa con l’amministrazione: spostare temporaneamente le attività nella piscina della Polisportiva di Rivarolo, garantendo continuità alle terapie. Un compromesso faticoso, ma accettabile.
Già ai primi di ottobre, l’associazione aveva inviato in Comune il preventivo ufficiale della Polisportiva, chiedendo soltanto una formalizzazione. Bastava un atto, una firma. Invece, tutto si è arenato tra scrivanie e uffici. E mentre il calendario scorre, l’8 novembre, data prevista per l’avvio delle attività, si avvicina pericolosamente.
“Ancora una volta – denuncia SMC – ci troviamo a fare i conti con un’amministrazione impreparata e assente. Nonostante la nostra collaborazione e la volontà di trovare soluzioni condivise, siamo costretti a gestire situazioni che avrebbero dovuto essere definite con largo anticipo, soprattutto quando si tratta di attività fondamentali per la salute e la riabilitazione dei nostri associati.”

Intanto, la piscina comunale di Ivrea resta chiusa, e non lo sarà certo per poco. Le ultime comunicazioni tra Davide Casaleggio, volto noto dello sport eporediese, e il dirigente comunale Gilberto Guerriero lo confermano: non è prevista alcuna riapertura prima della stagione 2026/27. Due anni di attesa, forse di più. Nel frattempo il Comune parla di partenariato pubblico-privato con la società In Sport di Vimercate, pronta a investire oltre 3 milioni di euro nella riqualificazione dell’impianto. Ma prima dovranno arrivare le “valutazioni tecnico-economiche”, poi il passaggio in Giunta, poi il bando. Un percorso infinito, che per chi vive la disabilità significa solo una cosa: sospensione, incertezza, rinuncia.
Per tamponare l’emergenza, il Comune ha scelto di affittare corsie in piscine private dei dintorni – da Rivarolo a Caluso, da Biella a Crescentino – spendendo circa 50 mila euro di fondi pubblici. Una toppa costosa e inefficace, che non restituisce dignità né stabilità alle associazioni che garantiscono un servizio sociale di valore inestimabile.
E così, mentre le carte si accumulano e i verbali si scrivono, chi deve solo firmare una delibera lascia scorrere il tempo. Un tempo che per i malati di sclerosi multipla non è un dettaglio: è vita.
Perché l’acqua, per chi convive con questa malattia, non è solo riabilitazione. È sollievo, libertà, respiro.
L’associazione SMC chiede al Comune di fermare l’inerzia e di garantire subito la continuità delle attività, senza ulteriori attese. Perché le terapie non possono aspettare la prossima stagione amministrativa, né le prossime elezioni, né un bando di gara.
Insomma, a Ivrea anche un tuffo può diventare un’impresa. Ma questa volta non per chi deve vincere la fatica quotidiana della malattia, bensì per chi dovrebbe semplicemente aprire una porta e dire: “Sì, potete cominciare.”
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