AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
31 Ottobre 2025 - 15:01
 
												Albert Avetta
Chi percorre la Statale 26 tra Romano Canavese e Ivrea non ha più bisogno del calendario: gli basta contare i minuti fermi in coda. Trenta, quaranta, a volte cinquanta. Sempre gli stessi, ogni giorno, davanti al semaforo del ponte sul Chiusella, diventato ormai il simbolo di un territorio dimenticato.
Il cantiere — un milione di euro di investimento per la messa in sicurezza di un viadotto che non avrebbe dovuto creare particolari problemi — doveva chiudersi ad aprile 2025. Doveva. Ma ad oggi nessuno, né i sindaci né i pendolari, sa dire quando finirà davvero. E Anas, che pure è responsabile dei lavori, non si degna di fornire spiegazioni.
A denunciare il disastro viario è il consigliere regionale Alberto Avetta (Partito Democratico), che ha presentato un’interrogazione urgente in Consiglio regionale per chiedere alla Giunta Cirio di intervenire.
Visualizza questo post su Instagram
“Ogni giorno migliaia di automobilisti e lavoratori restano imbottigliati in file chilometriche. Se Anas e il Ministero non si rendono conto del danno, allora intervenga la Regione. Non è più tollerabile”, sbotta Avetta.
L'interrogazione del consigliere regionale fotografa un disastro quotidiano. Il traffico a senso unico alternato, regolato da un semaforo, blocca per lunghi minuti auto e camion lungo una direttrice vitale: quella che collega Chivasso alla Valle d’Aosta passando per Ivrea.
“È una delle arterie più importanti del Canavese orientale – scrive Avetta – eppure è diventata un imbuto. Siamo di fronte a un disservizio non più accettabile”.
L’intervento di Anas riguarda la carreggiata, i cordoli, la pavimentazione e le barriere. Successivamente è prevista la messa in sicurezza dei pilastri sottostanti. Nulla di straordinario, dunque. Ma i tempi si dilatano, le giustificazioni mancano e i cittadini pagano.
“Mi auguro – prosegue Avetta – che ci siano ragioni oggettive dietro questi ritardi. Ma resta scandaloso che non si conosca una data certa di fine lavori. Forse a Roma non si rendono conto di quanto tutto questo penalizzi il Canavese e la sua capacità di essere attrattivo per le imprese”.
E qui il ragionamento si allarga: il cantiere del Chiusella è solo la punta dell’iceberg di una mobilità da terzo mondo, che da anni mortifica il territorio.
“Finché non adegueremo le condizioni di accesso e di trasporto – avverte il consigliere – continueremo a perdere competitività. È indispensabile e urgente il casello autostradale a San Bernardo d’Ivrea, come lo è il raddoppio dei binari sulla linea ferroviaria. Ma nel frattempo risolviamo almeno i problemi quotidiani di chi resta intrappolato nel traffico”.
Il paradosso, aggiunge Avetta, è che proprio lungo quel tratto di statale si trovano decine di aziende, tra cui l’area industriale di San Bernardo, che non ha altri sbocchi viari. E senza il promesso casello sulla A5, tutto resta fermo: produzione, logistica, lavoro. “È ora che la Regione si faccia sentire – incalza il consigliere –. Non può sottrarsi al suo ruolo politico. Deve pretendere da Anas un intervento risolutivo, immediato e definitivo."
Il riferimento non è casuale: Avetta chiama in causa anche il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini.
“Se da Roma non arrivano risposte, che almeno Torino batta un colpo. Non si può continuare a parlare di un Canavese che deve ‘fare squadra’ e poi lasciare la gente in balia di semafori e ritardi. Cominciamo a fare squadra risolvendo i problemi concreti”.
Intanto, il tempo scorre. Il ponte resta chiuso a metà, le auto si accalcano, i camion borbottano al minimo, e i pendolari – gli stessi che pagano tasse e accise – guardano il verde del semaforo come un miraggio. È la fotografia di un’Italia che si ferma per colpa di un cantiere “non complesso”, di una burocrazia che non risponde e di una politica che, troppo spesso, si limita a promettere.
Insomma, sul ponte del Chiusella non passano più solo le auto: ci passa anche, ogni giorno, la pazienza di un intero territorio.
Edicola digitale
 
LA VOCE DEL CANAVESE 
 Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
 La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo 
 Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941). 
 LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.